Il 18 gennaio 2018, Berlusconi, Salvini e Meloni firmarono un accordo per presentarsi insieme alle elezioni e poter, conseguentemente, portarsi al Governo del Paese. Ci furono, subito dopo, le dichiarazioni dei tre dirigenti politici, tutti felici dell’accordo raggiunto e tutti convinti di poter tornare (Berlusconi) o accedere (Salvini e Meloni) al Governo del Paese.
A seguire, Il 07 maggio 2018, Matteo Salvini, in riferimento ad accordi e parole date commentava la proposta di un governo neutrale avanzata da Mattarella in questo modo: "È fondamentale ,che il voto degli italiani sia rispettato. Quindi o un governo del centrodestra, oppure elezioni il prima possibile, per la prima volta in estate. Non c'è tempo da perdere, non esistono governi tecnici alla Monti. Contiamo che Berlusconi mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza; poi, gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l'Italia da soli".
Il 1 giugno 2018, contro ogni previsione, nacque il Governo del Cambiamento con un Presidente del Consiglio non eletto e due forze politiche che, durante la campagna elettorale ,se l’erano date di santa ragione.
Martedì 19 febbraio 2019, Salvini, intervistato, durante la trasmissione “Di Martedì”, da Giovanni Floris, ha detto: “Mi dicono ‘ma perché non fai cadere il governo, eleggeresti una barca di parlamentari’. Non lo faccio perché ho dato la mia parola. Non vendo la parola data perché la parola data vale più di 100 sondaggi”.
A molti italiani interessa sapere che fine ha fatto la parola che Salvini diede il 18 gennaio 2018 e confermò il 7 maggio 2018, a 12.137.557 italiani che votarono a favore del programma del centro destra.
Val più la parola data, con un contratto privato, ad una persona come Di Maio, per il quale non si era mai speso e con il quale mai aveva pensato di allearsi, oppure la parola data a 12.137.557 elettori.
Non sarà che gli elettori reali valgono molto meno di quelli virtuali dei sondaggi, fino al punto di poterli prendere in giro in modo così sfacciato?