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Pd. Iniziata la Direzione decisiva

Emiliano sceglie di partecipare alla riunione e dice di restare nel partito. I bersaniani disertano e forse si preparano alla scissione

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Con la relazione di Matteo Orfini è iniziata la Direzione Nazionale del Partito Democratico. 

La riunione era stata convocata dopo l'Assemblea Nazionale di domenica durante la quale Matteo Renzi si era dimesso aprendo la via del Congresso che secondo le norme dello statuto del partito va tenuto entro 4 mesi dalle dimissioni del Segretario Nazionale.  Al termine dell'Assemblea il Presidente del Pd Matteo Orfini aveva annunciato la convocazione della Direzione per stabilire le procedure del congresso e nominare la Commissione Congressuale. 

Si tratta dunque di una Direzione essenzialmente procedurale ma dai risvolti politici importanti. 

In questi due giorni l'unica area della minoranza che continuato un dialogo serrato con la maggioranza del partito è stata quella di Michele Emiliano già durante l'assemblea aveva lasciato aperto più di uno spiraglio. Questa mattina Emiliano aveva annunciato la sua partecipazione alla riunione e di fatto la permamenza sua e della sua area nel Pd. Molto probabilmente il governatore della Puglia si candiderà alla segreteria nazionale.  

Matteo Renzi, dimissionario e nuovamente candidato alla segreteria, non è presente perchè in viaggio per gli Stati Uniti. "Mentre gli organismi statutari decidono le regole del Congresso - ha detto l'ex segretario - , io sono in partenza per qualche giorno per gli Stati Uniti. Vi racconterò sul blog.matteorenzi.it il mio diario di bordo dalla California dove incontreremo alcune realtà molto interessanti. Priorità: imparare da chi è più bravo come creare occupazione, lavoro, crescita nel mondo che cambia, nel mondo del digitale, nel mondo dell'innovazione".

Non saranno presenti alla Direzione gli esponenti dell'area Bersani-Rossi-Speranza che si pongono di fatto fuori dal partito non partecipando alla Commissione congressuale incaricara di organizzare il congresso. Diverse agenzie riportano che a giorni potrebbero essere formalizzati i nuovi gruppi parlamentari alla Camera e al Senato. Lascerebbero il Pd a Palazzo Madama tra i 12 e i 15 senatori mentre a Monteciorio gli "scissionisti" potrebbero essere  25-30. Non sono note al momento le ipotesi sulla denominazioni dei gruppi. 

In mattinata anche Gianni Cuperlo, altro esponente di una delle minoranze di sinistra (SinistraDem) aveva dichiarato che in caso di scissione sarebbe rimasto nel partito. 

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