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Marco Travaglio a Virginia Raggi: "O spiega o lascia"

A scriverlo il giornlista nel suo editoriale per Il Fatto Quotidiano

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Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano, il direttore lancia un aut aut alla sindaca di Roma Virginia Raggi: "O spiega o lascia". Se la prima cittadina della Capitale non vorrà o saprà fornire spiegazioni sulle accuse che le vengono rivolte, farebbe bene a dimettersi a prescindere dalla veridicità delle accuse stesse che le vengono mosse.

Travaglio individua tre ipotesi possibili sul caso polizze di Romeo:

"1) Se il suo era un modo astuto per comprarsi con 30 mila euro la futura nomina con aumento di stipendio, Romeo andrebbe sottoposto a perizia psichiatrica, per tre motivi: ha scelto il sistema più tracciabile che esista in natura; nel gennaio 2016, sei mesi prima del voto, l'elezione della Raggi non era affatto certa; siccome la Raggi potrà incassare quei soldi solo alla morte di Romeo, questi avrebbe dovuto evitare di seguirla sui tetti del Campidoglio. In questo caso, matti o criminali che siano, né lui né la Raggi potrebbero restare ai loro posti un minuto di più.

2) Se quelli investiti da Romeo erano soldi della Raggi, il caso si sgonfia. 3) Se Romeo non disse alla Raggi di aver usato il suo nome per sostituire il precedente destinatario della polizza, Romeo sarebbe un bizzarro assicuratore seriale che agisce all'insaputa della beneficiaria e dovrebbe spiegare perché, mentre la sindaca dovrebbe scusarsi per la fiducia data all'ennesimo collaboratore sbagliato".

Secondo il parere del direttore del Fatto Quotidiano, , "non c'è segreto investigativo (salvo che il verbale sia stato segretato dalla Procura) che giustifichi il suo silenzio", è d'obbligo un chiarimento all'opinione pubblica.

Quattro domande a cui Virginia Raggi deve dare una risposta:

1) "Quale esatta trafila ha portato Renato Marra, fratello del più noto Raffaele, alla direzione Turismo del Comune? [...] Fu in qualche modo imposta o estorta dal tentacolare fratello, capo del personale?

2) Quella scelta è compatibile con la versione da lei fornita all'Anticorruzione capitolina?. [...]

3) Come e perché nacquero le accuse a De Vito? Erano mosse dalla preoccupazione di fare le pulci a un candidato attaccabile o dall'ansia di escludere un rivale scomodo? [...]

4) Una delle poche certezze di questo ginepraio è la guerra senza quartiere che si combatte fra 5 Stelle romani: da una parte gli amici della Raggi, ancora appoggiati dai vertici nazionali, e dall'altra quelli di Lombardi, De Vito e Fico. Una guerra intestina che si somma al bombardamento termonucleare delle tv dei partiti e dei media dei poteri finanziari e palazzinari, soprattutto dopo il no alla candidatura olimpica. La Raggi, sempre che riesca a fugare tutte le ombre di cui sopra, ritiene di poter reggere alle due guerre concentriche e continuare (o cominciare) a governare Roma ben sapendo che la sua lapidazione - a cui ha contribuito anche lei con i suoi errori - continuerà fino all'ultimo giorno di mandato? Se sì, dica come e perché. Se no, faccia quel che da un po' di tempo le suggeriamo, a prescindere dalla veridicità delle accuse a suo carico: si dimetta, anche per non aver commesso il fatto".

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