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Referendum: Renzi-Berlusconi, duello a distanza in Tv

Il Premier a Domenica Live: “Riforma per il Governo del futuro”. Il ‘Cav.’ pronto a ricandidarsi, ma Salvini e Meloni restano freddi

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Chi sperava in un faccia a faccia è rimasto deluso. Ma il duello a distanza fra Silvio Berlusconi e il Premier Matteo Renzi, intervallati di un'ora l'uno dall’altro, nel salotto di DomenicaLive e al cospetto di “Madonna” Barbara D’Urso su Canale 5, non ha tradito le attese a una settimana esatta dal voto sul referendum Costituzionale. Così se da parte il presidente del Consiglio ha sottolineato per l’ennesima volta che la riforma “non è per il governo di adesso”, ma “per quello del futuro”, per “i nostri figli” perché “non si governa con la nostalgia e non si può continuare a guardare al passato”, dall’altra il fondatore di Forza Italia ha ribadito in caso di vittoria del ‘No’ di essere pronto a ricandidarsi “per senso di responsabilità verso il Paese”.

Con buona pace del leader della Lega Nord Matteo Salvini, gelido nei confronti delle dichiarazioni di Berlusconi, e della presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che in occasione della grande manifestazione del “No” a Roma ha chiesto con forza primarie del centrodestra il giorno dopo l’eventuale vittoria dei contrari al disegno di legge targato Maria Elena Boschi da tenersi il 5 marzo. Renzi è saltato qua e là fra taglio dei senatori e dei costi della politica, abolizione del Cnel ("Ci è costato un miliardo in 70 anni e non ha prodotto una legge”) e legge elettorale ma è sembrato forse un po’ meno incisivo del solito anche disinnescando una volta di più la “personalizzazione” del voto.

"Chi vota no perché questa riforma non lo soddisfa in pieno – ha detto - deve sapere che è l'ultima occasione”. Poi ha “immaginato” il suo futuro in caso di sconfitta: “Se preverrà il No tutto resterà come prima. Io mi metterò a sedere con i pop-corn davanti alla televisione e appena sentirò dire ‘basta con la Casta’ mi farò una risata, perché l'unico modo per dirlo è votare Sì domenica”. Berlusconi dal canto ha ribadito l’intenzione di sedersi al tavolo se dovessero prevalere i No e fare una legge elettorale perché “anche se il centrodestra vincesse le elezioni, avremmo un Senato con il 60% dei suoi componenti del Pd". Poi sulla riforma: "Siamo contro perché è inaccettabile, insostenibile, assurda: è contro la democrazia. Renzi si è cucito un abito su misura su di lui e sul Pd. Un unico uomo avrebbe nelle sue mani il Senato e la Camera, potrebbe eleggere il capo dello Stato e i membri della Corte Costituzionale: insomma sarebbe il padrone”.

Fredda la reazione di Matteo Salvini: “Berlusconi ha fatto tanto e potrà fare ancora: ma chiunque, da Salvini a Berlusconi, ha bisogno della legittimazione popolare”, avverte. “Dopo la vittoria del No parleremo di tutto il resto: ma chi sfiderà Renzi e Grillo lo decideranno gli italiani, non è una scelta a tavolino in qualche segreteria di partito. Chiunque sia dovrà passare dal consenso degli italiani nelle piazze italiane”. E Meloni incalza: “Vogliamo una Costituzione in cui i cittadini contino di più. Siamo pronti a presentare una nostra proposta di governo”.

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