Non se ne sente più l’aroma.
Da tempo, ormai, il profumo del caffè non si sprigiona più dalle finestre del palazzo municipale affacciato su piazza dell’Unità d’Italia. All’era rossa (come le bacche del caffè) di Riccardo Illy, durata un’eternità , dal ’93 al 2001, si è sovrapposta quella azzurra di Roberto Dipiazza, durata un’altra eternità dal 2001 al 2011. In quell’anno la sinistra è tornata a riaffacciarsi a Trieste, grazie alla vittoria di Roberto Cosolini.
Adesso, all’ombra del Castello di Miramare, a pochi mesi dalle nuove elezioni comunali, si riparte proprio da lui, da Cosolini. Una garanzia: parola della governatrice friulana, Debora Serracchiani. Che però non è stata sufficiente a dargli una re-investitura immediata: il sindaco uscente non ha fatto una piega e anzi, con grande spirito di adesione ai principi-guida del suo partito, Cosolini ha deciso di sottoporsi, lo scorso 6 marzo, al rito delle primarie. Dove ha trovato a sfidarlo Francesco Russo, senatore del Pd ed ex segretario provinciale triestino dei democratici. Ha vinto Cosolini, alla fine, e con lui l'assoluta fedeltà statutaria alla causa dem: entrambi sono stati premiati alle urne col 65% delle preferenze.
E il centro-destra, cosa sta preparando frattanto? Qui Berlusconi ha già dato da tempo il suo placet a ripescare proprio quel Dipiazza che, con i colori di Forza Italia prima e del Pdl poi fu primo cittadino triestino per due mandati consecutivi all’inizio del millennio. Non costituisce più un problema il fatto che l’ex sindaco (e ora nuovamente candidato) è passato dal 2014 con Ncd. Dall'inizio dell'anno, infatti, egli ha via via accentuato il suo distacco critico nei confronti di Alfano e dalle sue politiche. Il che gli ha fatto guadagnare l'apertura di Salvini e della Lega, inizialmente scettici nei suoi confronti (Mai con Alfano) e di Fratelli d'Italia.
Sul nome del candidato sindaco si è lavorato molto anche sul fronte 5 Stelle. Negli ultimi giorni del 2015 alla candidata della prima ora, Paola Sabia, architetto e coordinatore per la sicurezza nei cantieri si era aggiunto Paolo Menis, impiegato tecnico in una società di servizi e consigliere comunale del M5S dal 2011. Alla fine a spuntarla è stato proprio quest'ultimo.