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Quattro chiacchiere con il regista Giulio Base

Attore, regista, sceneggiatore, Giulio Base si può definire un' artista di grande talento

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È arrivato al successo professionale dopo un’appropriata preparazione alla Bottega Teatrale di Firenze con il grande maestro Vittorio Gassman, che gli ha permesso di affacciarsi con naturalezza nel panorama cinematografico e televisivo. Con “L’Inchiesta” il successo viene riconosciuto anche negli States, dove il film trasmesso nelle sale cinematografiche americane ha ottenuto un ottimo riscontro dal suo pubblico internazionale. Giulio Base al di là delle qualità artistiche, che risultano essere indiscutibili, ha delle qualità caratteriali che vengono apprezzate da chi ha il piacere di chiacchierare con lui. Si evidenziano infatti in lui tanta garbatezza, simpatia ed emerge il grande amore che nutre per Dio e per la sua famiglia; elementi fondamentali nella sua vita.

Attore, regista e sceneggiatore, in quale ruolo ti senti più a tuo agio?
Sicuramente come regista, anche se mi diverto di più come attore.

Ti sei iscritto alla Bottega Teatrale di Firenze, allora diretta dall’indimenticabile Vittorio Gassman; che ricordo hai di quel periodo?
Vittorio Gassman è sempre stato per me un mito, quindi posso dire che ho un ricordo meraviglioso. In seguito ho avuto anche il piacere di dirigerlo.

È proprio in quel periodo che nasce la tua grande amicizia con Alessandro Gassman?
Sì da lì a poco è nata la mia amicizia con Alessandro, siamo molto amici, tant’è che io sono stato il suo testimone di nozze, e lui il mio. È un’amicizia che dura tutt’oggi.

Quanti e quali sacrifici hai dovuto fare per arrivare dove sei arrivato?
Più che parlare al passato, parlerei al presente e al futuro, i sacrifici vanno fatti e sempre. Bisogna darsi da fare, anche perché il nostro è un lavoro precario, perché ogni qual volta si finisce un film, il giorno dopo siamo disoccupati, sino a quello successivo.

Quindi qual’è il sacrificio?
Consiste in una continua ricerca di quello che verrà  dopo e soprattutto di equilibrio, visto che gli alti e bassi sono tantissimi nel nostro mestiere e a volte sono davvero vertiginosi.  Poi ovviamente ci sono tante altre rinunce.

Di quali rinunce parli?
Dover rubare del tempo alla famiglia, soprattutto quando si è fuori.

Quanto è importane l’umiltà in questo lavoro?
Io c’è la metto tutto per mantenerla. Però non credo che sia importante in questo lavoro, perché ci sono anche dei palloni gonfiati che ce la fanno benissimo.

Il film cui sei più legato e per quale motivo?
Padre Pio, perché i grandi successi portano con sé sempre dei ricordi talmente dolci per cui è difficile staccarsene.

Che rapporto hai con la fede?
Ho un rapporto molto forte col Padre Eterno. In moltissimi casi è stato, una roccia sulla quale aggrapparsi per non cadere.

Chi è il tuo modello?
Vittorio Gassman.

Hai diretto per Rai Uno Padre Pio, ottenendo il più alto ascolto della storia delle fiction da che esiste l’auditel. Puoi definirlo il tuo più grande successo?
Sì ed è sicuramente dipeso oltre che da me, dall’argomento e dal cast. Si può dire che è stato un successo epocale.

Hai avuto un grande successo anche con il film Maria Goretti?
È stata una bella esperienza ed è un film cui sono legato per tanti motivi.

Ci sveli uno di questi motivi?
Mia moglie in quel periodo aspettava il nostro terzo figlio, e quindi ho un bel ricordo.

Il tuo film “L’Inchiesta”, è arrivato a essere programmato nelle sale americane. Per te è stata una grande emozione?
È stata forse la più grande emozione della mia vita. Quando vai negli Stati Uniti e vedi che il tuo film viene programmato nelle sale americane, posso dire che è una sensazione unica. Un film che riesce a uscire fuori dal territorio italiano, indica che è stato un bel lavoro, riconosciuto non solo sul territorio nazionale, ma anche internazionale.

Cosa non sopporti a livello lavorativo?
Veramente cerco di essere comprensivo più o meno con tutto e con tutti.

Fuori dal set cosa non sopporti?
Nessuno è perfetto, quindi cerco di comprendere bene un po’ tutti a incominciare da me stesso, con i miei piccoli o grandi errori.

Non perdi mai la pazienza?
Non sono un santo, dico che a priori non c’è una cosa che per me è intollerabile.

Come sei quando si spengono le luci dei riflettori?
Sono una persona comunissima, come un qualunque padre di famiglia, quindi sto con mia moglie e i miei figli, guardiamo la televisione, le partite, in poche parole ci divertiamo.

Definisciti con una parola?
Artista.

Un difetto?
Permaloso.

Un pregio?
Onesto.

Tra un po’ sarai in pista nel programma di Milly Carlucci?
Sì mi cimenterò in un ruolo nuovo per me, e sarò un pattinatore in questa competizione sana e divertente.

Che consiglio vorresti dare a chi vuole intraprendere questo mestiere?
Vi dissuaderei nel fare questo mestiere.

E se non riuscissi a dissuaderli?
Vuol dire che la tenacia è tanta e allora fatelo, è un mestiere talmente difficile con tanta competizione, quindi ci vuole tanto impegno.

Giulio Base si cimenterà a breve nel mondo del pattinaggio on ice, nel programma in prima serata di Rai Uno, condotto da Milly Carlucci. Che l’allenamento abbia inizio!

 

 


   

 

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