Già anticipato dal singolo "Rocce", lunedì 29 aprile 2024 esce tutte le piattaforme digitali il nuovo disco di Errico Canta Male dal titolo "Elèison". Quello di Errico è l'alter ego musicale di Angelo Mossi, che dopo aver militato nella scena indipendente di Torino, torna con una nuova creatura musicale anni dopo il suo primo EP, contenente il brano "Vanchiglia", una canzone diventata nota negli ambienti politici antagonisti.
Elèison è una parola Greca che vuol dire pressappoco “pietà”.
La traduzione è incerta, e anche nel rito latino la parola era lasciata in greco, per mancanza di parole adatte. Errico ritorna così con un disco che tocca tematiche più personali ed intime: un mondo subacque e ipnotico, l'elaborazione di un trauma in formato musica, partendo dal titolo che è una parola greca che vuol dire pressappoco “pietà”. La traduzione è incerta, e anche nel rito cattolico latino la parola era lasciata in greco, per mancanza di parole adatte.
L'approccio alla musica di Errico è davvero particolare, lui un tipo di poche parole, e nonostante questo, volevamo saperne qualcosa in più.
Nel tuo ultimo lavoro ci sono diversi riferimenti alla religione ebraica e cattolica. Che rapporto hai con la religione? Riveste un ruolo importante nella tua vita?
Più che la religione in senso stretto mi ha sempre affascinato la dimensione del sacro. Il mio rapporto con la spiritualità è una costante attrazione e respingimento. Le organizzazioni religiose invece le trovo pessime.
Cosa puoi raccontarci invece del tuo rapporto con il Salento? Continui a sentirti legato a quella terra anche se vivi a Torino?
Io sono nato a Torino e per me il Salento vuole dire tante cose. Mi piace la terra rossa, i muretti a secco, le albe e i tramonti. Non mi piace la turistificazione totale e la pizzica. Non voglio fare la solita retorica delle radici però sogno di invecchiare lì.
Hai affermato che “Elèison”, intesa come “pietà”, è un esercizio di amore costante. In che modo continui a mantenere vivo questo amore nella vita quotidiana?
Che domanda difficile. Cerco di non essere severo con me e con gli altri. Cerco di tenere viva quella parte di me che vuole immaginare un sistema diverso da questo
La crisi del 2008 e la crisi della pandemia sono stati due momenti fondamentali nella tua vita. In che modo questi avvenimenti hanno influenzato la tua musica?
Con la prima sono diventato povero, con la seconda sono diventato saggio.
C’è una traccia, all’interno del tuo EP, a cui ti senti più legato rispetto alle altre?
Elèison va ascoltato come una traccia unica e per me è una canzone unica, quindi no.