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Scomparsa Lilli Carati, "sex symbol made in Italy"

L'attrice morta a 58 anni per una grave malattia

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Un grave lutto ha colpito il cinema di genere e i suoi appassionati oggi, con la scomparsa di Lilli Carati, attrice protagonista di molte pellicole negli anni 70 e 80, divenuta un vero e proprio “sex symbol” per la sua conturbante bellezza. Lilli Carati, il cui vero nome era Ileana Caravati, si è spenta nella sua natia Varese al termine di una lunga malattia all'età di cinquantotto anni dopo una vita spesso sfortunata e vissuta pericolosamente. Dopo aver frequentato una scuola per indossatrici ed essere approdata nel mondo della moda Lilli Carati partecipò nel 1974 al concorso per Miss Italia, arrivando seconda con la fascia di “Miss Eleganza”, dove venne notata dal produttore e sceneggiatore cinematografico Franco Cristaldi, che la fece entrare nel mondo di celluloide dove venne scritturata per diverse pellicole, che spaziavano dalla commedia al film drammatico fino al poliziesco come “Di che segno sei?” , “Poliziotto Sprint”,“L'avvocato della mala” o “Il corpo della ragassa” di Pasquale Festa Campanile, con il quale avrà una breve relazione, considerato il suo più importante film anche se la vera ribalta come icona sexy sarà rivelata con il film “Avere vent'anni” di Fernando Di Leo, accanto ad un'altra bellissima attrice, Gloria Guida. Un film che subirà pesanti tagli da censura e critica ma che molti anni dopo sarà rivalutato e rivisto in versione integrale regalandogli plauso da molti estimatori del cinema d'annata. In seguito ai ritmi frenetici ed esasperanti che doveva spesso tenere la Carati presto inizia l'assunzione di stupefacenti, in particolar modo eroina, che in breve tempo la allontanano dall'attenzione della cinematografia e che insieme ad un brutto incidente automobilistico, occorso a metà degli anni 80, e l'inattività forzata che ne conseguì la spinsero verso il mondo della cinepornografia. Una scelta estrema, dovuta al suo bisogno di procurarsi facilmente denaro per continuare a mantenere il vizio della droga e che la portò a interpretare alcune pellicole “soft core” e in seguito cinque film “hardcore”, ora anch'essi oggetto di culto tra gli appassionati di genere. Insieme al cinema “a luci rosse” anche svariati servizi fotografici per soli adulti sulle riviste “Playboy” “Blitz” e “Le Ore” che la fecero ancor più diventare desiderio proibito nell'immaginario italiano e non solo, ma l'uso continuato di droga stava producendo già un declino, che presto nel 1988 la porterà anche all'arresto per detenzione di stupefacenti e due tentativi di suicidio. Da qui Lilli Carati scomparirà, rifugiandosi nella comunità di recupero tossicodipendenti “Saman” in cui resterà molto tempo e nella totale ombra. Negli anni duemila la Carati torna in tv, per parlare della sua esperienza di vita e del suo nuovo percorso, annunciando anche la voglia di tornare sulle scene, mentre il programma “Stracult” gli dedica nel 2008 una lunga intervista che riscuote quel successo di cui a lungo è stata digiuna e che la porterà nel 2011, dopo ben 24 anni di assenza, su di un set cinematografico: “La fiaba di Dorian”, un thriller del regista Luigi Pastore al quale però Lilli Carati dovrà rinunciare dopo aver scoperto l'insorgenza di un tumore al cervello. Dopo l'abbandono forzato l'attrice si sottopone ad una serie di interventi chirurgici, che in un primo momento hanno conseguenze positive ma che non riescono a debellare la massa tumorale che oggi l'ha portata via, a soli 58 anni d'età. Adesso il ricordo è affidato alla sua bellezza mediterranea e procace, che in molti non hanno mai smesso di ammirare e che esprimono il profondo dispiacere attraverso messaggi di commiato sul web per la bella e sfortunata attrice. 

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