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Grammy, il trionfo di Bruno Mars

Al cantante di Honolulu sei premi su sei

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Ha sbancato l’edizione 2018 dei Grammy Awards vincendo tutti e sei i premi per i quali era nominato: miglior canzone, registrazione dell’anno, miglior album, miglior album r&b, miglior canzone r&b, miglior performance r&b.

E così Peter Gene Hernandez, in arte Bruno Mars (come il pianeta rosso, quindi niente a che vedere con la barretta al caramello), il cantante-ballerino di Honolulu considerato l’erede di Michael Jackson, arriva a quota 11 Grammy nella sua personale bacheca.

Davvero non male per il ragazzino di sangue misto, sia dal punto di vista etnico che musicale (è un portoricano-filippino ma anche un incrocio tra reggae, pop, funky e r&b) che iniziò come piccolo sosia di Elvis Presley, sulle orme dello zio. Il suo successo parte nella seconda metà degli anni ’00 grazie al sodalizio artistico con Philip Lawrence e Ari Levine, con cui costituisce gli Smeezingtons. Il 2010 l’anno di svolta, con la pubblicazione, nel giro di pochi mesi, del primo album in studio, del primo ep e dei primi due singoli.

L’album di esordio, che si intitola Doo-Wops & Hooligans, è subito campione di vendite negli Stati Uniti. Nello stesso anno, però viene anche arrestato per possesso illegale di cocaina: se la cava con una multa di 2000 dollari e la condanna a 200 ore di servizi sociali. Una parentesi che non offusca certo sul nascere la sua parabola trionfale: nel 2011 è già pronto per vincere il suo primo Grammy.

Per il secondo album, Unorthodox Jukebox, bisogna attendere  il 2012. Altro successo commerciale, che gli vale otto dischi di platino tra Stati Uniti e Italia. E, nel 2014, anche il secondo Grammy, a cui ne seguiranno altri due nel 2016 per il singolo (non legato a nessun album) Uptown Funk. Ma il 2016 Ã¨ già il tempo del terzo album, 24k Magic, proprio quello che gli procura il record di premi ai Grammy della scorsa domenica. Sarebbero 10 complessivamente, i grammofoni della sua carriera, ma bisogna contare anche quello che ha ottenuto, sempre nel corso dell’ultima edizione dei premi, come co-produttore per l’album 25 di Adele.

Nel 2015 lo storico gruppo di accompagnamento a Mars, gli Smeezingtons, si è sciolto per far posto ad una nuova formazione, gli Shampoo Press & Curl. Nei suoi otto anni di sfavillante carriera artistica Bruno Mars ha già avuto modo di esibirsi al Super Bowl e alla Casa Bianca, più precisamente il 4 luglio 2015. Nonostante Mars sia considerato l’erede di Michael Jackson, c’è però un particolare nella storia personale dei due artisti che li differenzia in modo significativo: mentre Jackson ebbe sempre un rapporto di profondo affetto con la Motown, la casa discografica che lo lanciò, Mars, esordiente nella stessa scuderia, ne fu estromesso dopo poco tempo e dovette cercarsi un altro produttore. Nel 2009 egli ripartì sotto il marchio della Atlantic Records.

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