Michele Anzaldi, Deputato di Italia Viva e soprattutto Segretario della Commissione di Vigilanza Rai, "iperattivo parlamentare" come direbbe - in maniera preoccupante - il Premier Conte o "cecchino di Renzi" come l'ha definito Marco Travaglio. Semplicemente, in realtà, un esponente politico che non fa sconti a nessuno, che è andato spesso contro le direttive e la linea del suo partito, prima il Pd e ora Italia Viva, e che giornalmente veglia - fra le altre cose - sul corretto funzionamento del Servizio Pubblico Radiotelevisivo. L'abbiamo incontrato per porgli una serie di domande sull'attuale situazione della Rai, sulle ultime risoluzioni della Commissione di Vigilanza di cui egli è Segretario e il quadro della realtà che ci ha disegnato è piuttosto sconfortante oltre che inquietante. Ma gli abbiamo anche chiesto un parere sul "caso Lorella Cuccarini" che sta infiammando i social network, un caso politico in realtà visto che nel nostro articolo di qualche giorno fa abbiamo tirato in ballo l'attuale Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.
On. Anzaldi, nell'audizione di ieri in Commissione di Vigilanza, l'Ad di Rai Pubblicità Tagliavia ha sostenuto che il canone Rai sia uno dei più bassi d'Europa. Lei è di tutt'altro parere invece...
Di fronte all’aggressiva audizione della Rai, che invece di giustificare perché ammazza il mercato pubblicitario con il dumping è venuta con arroganza ad attaccare il lavoro parlamentare e addirittura l’Agcom, ho ribadito che il valore del canone va visto in rapporto ai contenuti che vengono proposti. Il Contratto di Servizio prevede che la Rai faccia informazione, faccia servizio pubblico, sia imparziale ed equilibrata. Ma in realtà cosa propone davvero la tv pubblica? Se pensiamo che in prima serata c’è una sola trasmissione di approfondimento politico, Cartabianca su Rai3, dove la nota politica la fa un alpinista che propone siparietti con la conduttrice sulla cellulite, viene da chiedersi perché i cittadini debbano pagare anche solo un euro per questa Rai.
Quindi lei contesta la qualità del servizio pubblico?
La Rai mai era arrivata così in basso. Non lo dice solo la multa senza precedenti dell’Agcom, che ha contestato non singoli episodi ma un intero sistema fazioso e squilibrato di informazione. Lo dice anche quanto è stato proposto nel Lockdown: repliche, repliche e ancora repliche, intervallate da virologi a tutte le ore che davano un quadro sempre più fosco della situazione a cittadini già chiusi in casa da settimane e le continue dirette del presidente del Consiglio. Per salvarsi e svagarsi gli italiani si sono dovuti, chi ha potuto, rivolgere a Netflix, Sky, Amazon Prime.
La Rai si è anche macchiata di vari episodi di quella che lei ha definito "sciatteria", come per esempio la dimenticanza riguardo a Nilde Iotti presidente della Camera...
La Rai è l’unica azienda editoriale che, grazie al canone, non ha risentito negli anni, e a maggior ragione in questi mesi, di nessuna delle crisi economiche subite da tutti i concorrenti, dalle grandi tv alle piccole testate. Ciò nonostante, si continuano a vedere episodi imbarazzanti, errori come sulla trasmissione di Enzo Biagi, ma anche nell’informazione, come il falso video degli orsi in Abruzzo, proposto dal Tg2 sebbene riguardasse un episodio di un anno prima sulle Dolomiti. Ci sono decine di dirigenti, capi struttura, capi redattori pagati per controllare, ma evidentemente non basta.
In commissione di Vigilanza lei ha parlato di umiliazione delle prerogative della commissione da parte della Rai. Ci può spiegare meglio?
La commissione di Vigilanza fa il suo lavoro, come prevedono i regolamenti parlamentari, ma questo lavoro viene puntualmente ignorato e irriso dalla Rai. Le nostre risoluzioni, approvate al’unanimità, non vengono mai attuate, se non addirittura impugnate in tribunale, come è accaduto sul dumping. Penso, inoltre, all’atto di indirizzo contro i conflitti di interessi di agenti e conduttori. Inizialmente la Rai l’ha ignorata, poi dopo una delibera Agcom che imponeva l’applicazione, l’Ad Salini è venuto in commissione, lo scorso novembre, per assicurare in sede ufficiale che sarebbe entrata in vigore dal primo gennaio. Sono passati sei mesi e non si sa che fine abbia fatto l’impegno di Salini. Intanto stanno per essere approvati i nuovi palinsesti ancora con mega contratti faraonici curati dai soliti pochi agenti, assunzioni esterne senza selezione, spreco di risorse, conflitti di interessi. E’ inaccettabile. Ho chiesto al presidente Barachini di interessare della questione i presidenti delle Camere Fico e Casellati.
In Ufficio di Presidenza ieri ha espresso i suoi dubbi sui palinsesti prossimi venturi al Presidente della Vigilanza Barachini. Per giunta, si rincorrono notizie secondo le quali, il prossimo autunno, personaggi come Elisa Isoardi o Lorella Cuccarini non saranno riconfermati alla guida dei loro programmi. Cosa non la convince al riguardo?
Mi chiedo: che senso ha puntare su alcune persone, farle crescere per un anno con trasmissioni quotidiane, e poi metterle in uno sgabuzzino, magari per assumere altri esterni che faranno la stessa fine? Un’azienda si può permettere di dare un programma quotidiano ad un personaggio come Lorella Cuccarini, che peraltro non ne faceva da anni, e poi dopo un anno scartarla e rimandarla a casa? E lo stesso vale per Elisa Isoardi: due anni a mezzogiorno su Raiuno, per poi finire nel dimenticatoio? Non è uno spreco di denaro anche questo? C’è una logica aziendale o politica dietro queste scelte? L’impressione è che i dirigenti giochino come con le figurine, dando soddisfazione di volta in volta a questo o quel politico, a questo o quell’agente, tanto pagano gli italiani. E’ inaccettabile. Come sulla regolarizzazione dei giornalisti interni precari approvata ieri: ora che questi 240 diventano dipendenti a tutti gli effetti è doveroso che nelle trasmissioni non vengano più assunti esterni che diventino nuovi precari da regolarizzare e si usino solo le nuove risorse interne. Ma la Rai lo farà?