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"Il M5s chiude un occhio sullo strapotere di Urbano Cairo", la denuncia di Michele Anzaldi (Iv)

Dov'è finito il giro di vite promesso da Vito Crimi sugli intrecci fra editoria televisiva e carta stampata nel caso del patron di Rcs e La7?

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Qualche giorno fa in una trasmissione radiofonica, Urbano Cairo, fra le altre cose presidente e amministratore delegato di Rcs nonché patron di La7, ha indirizzato parole piuttosto dure ai danni di Matteo Renzi, leader di Italia Viva; parole aspramente criticate dal Segretario della Vigilanza Rai nonché deputato di Iv Michele Anzaldi.

Quest'ultimo definiva "stupefacenti" e "sospette" (clicca qui per leggere) le dichiarazioni di Cairo, del quale si parla da tempo di una discesa in campo nell'agone politico, sullo stile del suo ex mentore Silvio Berlusconi nel 1994. Come il Cavaliere, Cairo concentra infatti nelle sue mani non soltanto canali televisivi (La7 in primis) ma anche giornali (uno fra tutti Il Corriere della Sera); e come il Cavaliere, nel caso in cui dovesse davvero scendere in politica, trasformerebbe i suoi telespettatori nel possibile bacino elettorale di riferimento.

In questi anni è stato sotto gli occhi di tutti come Cairo abbia sapientemente cavalcato l'ondata protestataria del M5s contro la "vecchia politica" e contro i "poteri forti", offrendo smisurato spazio ai parlamentari grillini (e ai giornalisti a loro sodali) accompagnandoli per mano a Palazzo Chigi e assistendo alla svestizione dei panni d'incendiari per assumere quelli dei pompieri del sistema.

Principali bersagli della linea editoriale del patron di La7 sono stati per l'appunto Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, triturati e fatti a pezzi quotidianamente nei tanti programmi del canale, quasi inseguendo un sapiente progetto di distruzione dell'area moderata. Per inserirvisi a tempo debito da attore principale? A pensar male si fa peccato eccetera eccetera.

Ciò detto, il succitato On. Anzaldi è tornato sull'argomento Cairo in un post su Facebook riguardante le varie contraddizioni del M5s, fra le quali una non esattamente minima, ovvero quella delle liaisons dangereuses tra stampa e tv. Scrive il Segretario della Vigilanza Rai: "Il Movimento 5 stelle all’opposizione per anni ha annunciato di voler impedire agli editori televisivi di possedere anche giornali, addirittura l’allora Sottosegretario Vito Crimi nel Governo Conte 1 annunciò trionfante una norma nel Milleproroghe di fine 2018 che avrebbe vietato gli intrecci, ma poi alle chiacchiere non sono seguiti i fatti". A quel punto, ecco l'affondo al Presidente e Ad di Rcs nonché patron di La7. "Lo vediamo con il caso Cairo, l’editore di La7 e Corriere della sera che cumula un grande potere nell’informazione e usa il suo ruolo per attaccare leader politici come Matteo Renzi".

Già, ci chiediamo anche noi per quale motivo lo strapotere mediatico di Cairo non venga minimamente preso in considerazioni da quegli un tempo censori duri e puri dei grillini. E quando smetterà la Rai di consegnare chiavi in mano a La7 il grosso dell'informazione televisiva tornando ad assolvere il proprio scopo di servizio pubblico sovvenzionato dal canone? Possibile che all'offerta quotidiana del canale di Cairo si possa rispondere in prima serata con le sole armi spuntate di #Cartabianca e delle schermaglie giallo-rosa di Berlinguer-Corona, lasciando il mattino e il pomeriggio delle tre reti principali in balia perlopiù di talk show intercambiabili a base di gossip e cronaca nera, lastricando così la strada a eventuali mire da parte di soggetti imprenditoriali ormai quasi egemonici dal punto di vista dell'informazione in Italia? Si rende quanto mai necessaria un riflessione a livello istituzionale.

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