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Un lustro senza il genio de Il Male, Cuore e tanta altra satira

Il 17 agosto 2018 ci lasciava Vincenzo “Vincino” Gallo

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In un’assolata e stanca mattina di agosto lo sguardo cade sul calendario, scorre le bacheche social e improvviso come un lampo tuona il ricordo. Cinque anni eppure, nonostante gli stravolgimenti e gli avvenimenti trascorsi nel frattempo, sembrano poche ore. A Roma il 17 agosto 2018, come scorre veloce il tempo, ci lasciava Vincenzo Gallo. Un nome che riportato così a molti potrebbe non dire nulla o quasi. Riportando invece il nome con cui era conosciuto si apre uno spaccato su decenni della storia d’Italia. Politica, sociale, giornalistica, di satira. Vincino, il nome d’arte come si diceva una volta di Vincenzo Gallo, è legato indissolubilmente alla storia della satira, del giornalismo che sbeffeggiava i potenti della Prima Repubblica e sapeva tenersi lontano da ogni circolo partitico, epoca di libertà e di utopie, di sogni. 

Tante sono le esperienze editoriali attraversate da Vincino fino alle ultime collaborazioni con Radio Radicale, Il Foglio e Vanity Fair. Una storia iniziata, dopo gli anni dell’impegno politico con Lotta Continua e nei movimenti degli anni settanta, con riviste pietre miliari della satira e delle vignette. A partire da Cuore e, prima ancora, Il Male. Vincino fu fondatore della rivista e da quella fucina di talenti nacquero alcuni dei migliori vignettisti che l’Italia ha mai conosciuto. Tra loro anche l’indimenticabile Andrea Pazienza, pescarese, genio straordinario, che purtroppo ci ha lasciato troppo presto. 

Le prime pagine dei grandi quotidiani “rivisitate” da Il Male sono uno dei segni più tangibili della fervida e immensa fantasia e libertà di Vincino: l’arresto di Ricky Tognazzi accusato di essere il capo delle Brigate Rosse è storia, quelle in cui sbeffeggiava il mal costume della politica andrebbero studiate nelle scuole di giornalismo e di satira, se esistessero. Venne poi Cuore e anche lì la satira più graffiante e corrosiva, molti citano alcune di quelle prime pagine nei meme sui social senza neanche sapere che la battuta fulminante e folgorante era di Cuore, era un titolo del giornale che a cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta segnò un’epoca.

Vincenzo Gallo era nato a Palermo nel 1946, il primo anno dopo la Seconda Guerra Mondiale, e in città aveva vissuto l’impegno sociale e l’arte della satira negli anni delle guerre di mafia. Il 17 agosto 2018 è morto a Roma, quella città eterna in cui i palazzi non erano più quelli da lui irrisi, raccontati, narrati, sbeffeggiati in migliaia di vignette. Ma, nelle sue ultime esperienze editoriali, la sua corrosiva matita non era mai mancata. Erano cambiati i tempi, tutto appariva mutato e diverso, ma il suo genio c’erano e resistevano. E chissà, se non fosse venuto a mancare un lustro fa, come avrebbe disegnato la politica e il costume odierno. Non potremo mai saperlo ma di una cosa possiamo essere più che certi: il suo genio e il suo sarcasmo disegnato sarebbero stati sempre fulminanti e folgoranti. Perché lui non era solo un disegnatore di satira, la sua vita stessa era satira, nel quotidiano e in ogni momento era la stessa persona che viveva sulle sue vignette. 

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