Si è svolto a Cagliari l’89° Congresso Nazionale SIGO dal titolo “Isola Donna al Centro del Mondo Medico e Sociale”. La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia è una fra le più antiche e rappresentative associazioni scientifiche del nostro Paese. Diversi i temi trattati durante i giorni congressuali, tra questi la Diagnostica per Immagini in Ginecologia ed Ostetricia, l’Innovazione nella Contraccezione, la Violenza di Genere, la Gestione delle Emergenze in Sala Parto, Medicina di Genere in Ginecologia e Ostetricia etc. tutti argomenti di estrema importanza e trattati da personale altamente qualificato. Abbiamo intervistato uno dei presidenti del Congresso, il Prof. Gian Benedetto Melis Direttore del reparto di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico di Monserrato e docente universitario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Cagliari.
Prof. Melis la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia “Sigo” ha organizzato a Cagliari, un Congresso Nazionale dal titolo “Isola Donna al Centro del Mondo Medico e Sociale” ci spiega di cosa si tratta?
In campo ginecologico e ostetrico questo è il congresso più importante che si organizza nel corso dell’anno in Italia. La Sigo tratta tutti gli argomenti che riguardano l’ostetricia e la ginecologia e pertanto la salute della donna. Ogni congresso ha però delle particolarità nel senso che insieme ai problemi generali, che vanno dalla nascita al dolore delle mestruazioni alla contraccezione etc. ogni congresso ha dei temi orientativi preminenti.
Nel caso specifico di Cagliari quali sono i temi orientativi preminenti?
In questo congresso i temi sono stati principalmente tre, Umanizzazione, Benessere della Donna e Tecnologia e Innovazione.
Questi tre punti sono gli unici temi trattati?
Questi non sono gli unici trattati ma rappresentano il filo conduttore di tutto questo congresso, nel senso che da vari punti di vista questi aspetti vengono inseriti nelle sessioni principali che riguardano tutti gli argomenti.
Ci spiega cosa intende con la parola Umanizzazione?
Curare i rapporti con le pazienti. La prima fase dell’umanizzazione è insegnare al personale a relazionarsi con le pazienti in maniera educata, si tratta come prima cosa di un processo educativo. La seconda fase è che la donna ricoverata non è un numero ma una persona e bisogna fare in modo che si senta continuamente coinvolta a livello umano in tutte le decisioni che si prendono.
Prof. Melis per umanizzazione intende anche garantire la sicurezza totale della paziente?
Sì, e questo è possibile in Italia perché siamo tra le popolazioni che hanno i più bassi tassi di complicanze. Qui in Sardegna abbiamo una mortalità neonatale in 3 casi su 1000 rispetto agli Stati Uniti che sono 6 casi su 1000, quindi abbiamo una mortalità neonatale che è la metà degli States.
Un altro tema discusso è stato il Benessere Donna, ci spiega di cosa si tratta?
La donna è chiaro che ha benessere quando sta bene. In questo congresso se n’è discusso molto, sì è parlato di tutto quello che può aggiungersi alla normale routine, ai normali trattamenti per fare in modo che la donna non sia solo curata ma possa usufruire degli effetti benefici delle terapie che di volta in volta vanno eseguite. Ad esempio riguardo ai contraccettivi ci sono state delle evoluzioni nei dosaggi e nelle componenti tanto da arrivare, ai più moderni contracettivi che contengono gli estrogeni naturali e non più i sintetici. Ciò ha consentito di evitare la maggior parte degli effetti collaterali di questi trattamenti, per citarne alcuni, aumento del peso e sensazione di gonfiore e di aggiungere allo scontato effetto contraccettivo quelle azioni curative dette aggiuntive, quali la riduzione del flusso e del dolore mestruale, la scomparsa dei sintomi premestruali, la terapia delle anemie dovute alle mestruazioni abbondanti, cura dell’acne e della peluria etc. Globalmente, quindi, la pillola rappresenta un modo per far sentire meglio la donna e per farle raggiungere quel benessere soggettivo che era messo in crisi dai sintomi frequentemente legati alla ciclicità mestruale.
Ci vuol spiegare il terzo tema trattato durante il congresso, ovvero la Tecnologia?
Tecnologia è una di quelle cose che sembrano ovvie, spesso però, la maggior parte degli ospedali non dispone neppure delle attrezzature necessarie per fare la diagnosi, continuando quini, a utilizzare tecnologie superate. Cagliari è stata capostipite di quel gruppo di chirurghi che hanno cominciato ad usare la chirurgia endoscopica, laparoscopica, mini invasiva etc. Bisogna puntare alla tecnologia, quindi, tecnologia nella chirurgia nel monitoraggio del parto nella contraccezione e tecnologia nell’insegnamento tramite lezioni computerizzate.
Da questo Congresso che cosa è emerso principalmente?
Durante il congresso è emerso che una delle cose che bisogna fare per migliorare il sociale dell’assistenza sanitaria è sicuramente inserire nelle scuole l’educazione sulle malattie sessualmente trasmesse e insegnare all’uso corretto dei contracettivi per evitare il diffondersi di malattie evitabili, se solo vi fosse più informazione.
Prof. Melis è soddisfatto del Congresso considerando che è uno dei più grandi che si è organizzato a Cagliari?
Grazie alla disponibilità del Consiglio Direttivo e soprattutto ai colleghi presidenti delle Università di Cagliari e Sassari e degli ospedali, siamo riusciti con un lavoro che è durato diversi anni ad arrivare alla conclusione di uno dei più grandi congressi a livello ginecologico e ostetrico organizzato a Cagliari.
Quante persone giravano attorno al congresso?
Sono state più di 1500 persone, oltre 1000 iscritti per tutto il resto dell’attività, ma soprattutto più di 1500 persone che andavano e venivano per sentire le varie conferenze, questa è la dimostrazione che la Sardegna è in grado di organizzare eventi di qualunque livello e che per alcuni versi, tra cui l’umanizzazione e la tecnologia deve essere un modello per le altre regioni.
Chi c’è dietro il congresso, ovvero da chi è stato organizzato?
I Presidenti del Congresso sono i prof. Salvatore Dessole, Gian Benedetto Melis, Giovanni Monni e Giovanni Urru.
La Sardegna anche in questa circostanza ha potuto dimostrare di essere in grado di organizzare importanti eventi a livello nazionale, riunendo medici provenienti da tutte le parti d’Italia e trattando temi innovativi e di primaria importanza per quanto riguarda il benessere della donna.