Il grande Mike sarebbe stato lieto di fare il remake di se stesso.
Ė cosa nota, infatti, che prima di lasciarci era pronto ad esportare su Sky un suo vecchio format di successo, Rischiatutto, riadattato ai tempi e alle circostanze. Dove non è riuscito lui è riuscito invece uno dei suoi tanti eredi, Fabio Fazio, che a breve, sulla Rai, dopo una fase preliminare di rodaggio e due serate pilota, riproporrà proprio il celebre quiz bongiorniano degli anni ’70, cercando di mantenersi il più fedele possibile alla tradizione. Ma l’altro grande classico della televisione di Mike, l’ugualmente celebre Lascia o raddoppia (parlare di Rischiatutto e di Lascia o raddoppia per la storia della televisione italiana è un po’ come parlare dell’Iliade e dell’Odissea per la storia della letteratura)? In realtà , molti anni prima che Fazio provasse a recuperare l’ennesima perla del suo decennio televisivo preferito, il quiz che aveva accompagnato l’Italia negli anni di preparazione al boom aveva già avuto un bis sulla televisione di Stato. Eravamo a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90. Ripercorriamo vicende e retroscena di quel rifacimento di lusso con uno dei suoi autori, Maurizio Gianotti.
Dottor Gianotti, ai tempi in cui la Rai decise di riproporre - parliamo dell'inizio degli anni '90 - "Lascia o raddoppia?", Mike Bongiorno era ancora in vita e furoreggiava in Mediaset con "TeleMike". Voi autori provaste ad avere almeno un contatto con lui?
Quello che posso dire è' che ad avere l'idea di fare un remake di "Lascia o raddoppia?" fu Mimmo Scarano, ex direttore di Rai Uno che era diventato un produttore privato dopo essere andato in pensione. Nel 1989 Mimmo fece la prima edizione di "Lascia o raddoppia?" con Lando Buzzanca. Tra gli autori c'era un giovanissimo Federico Moccia. Non so se Mimmo abbia mai cercato Mike. Questo veramente non lo so. Io fui chiamato da Bruno Gambarotta l'anno dopo e Bruno, che mi conosceva bene, mi propose di lavorare nella seconda edizione.
Da quello che mi pare di ricordare (comunque non avevo che dodici anni allora) Mike non si espresse sul remake. Ricordo bene?
Lei aveva solo 12 anni, io ne avevo parecchi di più ma sono passati ben 26 anni. Non ho alcun ricordo di quello che può avere detto Mike. L'unico ricordo che ho è che un giornalista della Stampa in un articolo parlo' di Umberto Eco, dicendo che secondo quello che gli risultava, era stato uno degli autori dei quiz della prima edizione del programma e con questo mi faceva un augurio implicito e molto amichevole. Naturalmente fu troppo generoso perché io non diventai come Umberto Eco.
Perché affidare la conduzione ad un duo inedito e volutamente poco assortito, un autore e scrittore collaudato e un attore teatrale e di commedie a sfondo erotico, oltre che ex mattatore tv, però tutto da scoprire come presentatore?
In realtà la prima edizione fu condotta da Lando Buzzanca da solo ​(Gambarotta era dietro le quinte, doveroso errata corrige del redattore). La seconda da Magalli e Gambarotta. Fu questa la coppia. Perché scelsero proprio loro? Perché Magalli era un conduttore legato a Rai Uno e uno dei volti emergenti della rete. Dico emergenti perché era relativamente fresco il suo passaggio alla conduzione dopo anni di lavoro da autore. Gambarotta invece era diventato famoso perché era stato messo di autorità a controllare Celentano nel suo ormai celebre "Fantastico". Celentano lo costrinse ad andare in video e fu un successo, per cui, dopo avere condotto il programma "Cucina Gambarotta", Bruno divenne un conduttore spiritoso e interessante. Questo per dire che spessissimo le scelte dei conduttori sono legate ad alchimie misteriosissime, oggi come allora.
Nell'ultimo "Rischiatutto" abbiamo potuto assistere alle fasi di selezione, trasmesse alla tv in pillole quotidiane: conformemente alla tradizione del quiz classico,in un clima da vera e propria sessione d'esame, la scelta è stata fatta in ossequio al principio del "passa chi più sa". Anche alla base del casting del vostro "Lascia o raddoppia?" ci furono sedute "docimastiche" simili?
Ricordo molto bene i provini dei concorrenti di "Lascia o raddoppia?". Ognuno di loro veniva da noi portando una materia. Ma era un'epoca già molto lontana da quella del "Rischiatutto", in cui c'erano dei veri campioni, degli assi che sapevano tutto su una materia. I nostri concorrenti erano persone normali, che portavano una materia con dei testi sui quali si erano preparati. Alcuni erano più bravi, altri meno ma nessuno di loro era un Massimo Inardi o una signora Longari. Questo però anche perché il nostro èra un programma quotidiano, che andò in onda per 65 puntate. "Lascia o raddoppia?" - la prima edizione - e il "Rischiatutto" erano programmi settimanali. Non c'era questa massa di concorrenti, quindi le selezioni potevano essere molto più severe.
A distanza di anni, può dirci in cosa consisteva, a suo parere, la differenza fondamentale tra il "Lascia o raddoppia?" originale e il "Lascia o raddoppia?" riveduto e corretto alla cui ideazione lei ha contribuito?
Il nostro "Lascia o raddoppia?" era un normale quiz show in cui dei concorrenti normali rispondevano a domande normali senza particolari tour de force, senza miracoli della memoria. È stato un programma come tanti altri che sono venuti dopo: i quiz show così come i game show imperversano su tutte le reti ogni giorno. "Lascia o raddoppia?" con Mike Bongiorno negli anni '50 fu un mito, un evento eccezionale, qualcosa di pionieristico che è entrato nella storia e dalla storia non uscirà mai.
Il nostro fu un modesto è normale programma televisivo di routine. non per questo però fu un programma mal fatto: fu scritto bene e condotto altrettanto bene. Niente di più.