La crisi ha colpito duro innestandosi su disuguaglianze sociali purtroppo già presenti. In cinque anni le persone che vivono in povertà ha raggiunto il 25% della popolazione, 15 milioni di persone che hanno sperimentato tra il 2008 e il 2013, una contrazione del proprio reddito del 30% con un aumento della diseguaglianza dei redditi e di una crescente disoccupazione. 800mila posti di lavoro persi e il prolungato aumento della disoccupazione e il rischio
di povertà cresciuto proprio a causa dei disoccupati specialmente tra coloro che hanno superato i 50 anni.
Questo quanto emerge dal rapporto annuale Inps 2014 e a proposito di pensioni 6,6 milioni di persone, il 42,5% non arrivano a 700 euro mensili. 3,6 milioni di pensionati, il 23,5% del totale, ricevono tra 1.000 e 1.500 euro assorbendo circa il 22% della spesa pensionistica annua (59 miliardi), mentre un ulteriore 17,2% di beneficiari (circa 2,7 milioni di pensionati) percepisce redditi compresi tra 1.500 e 2.000 euro mensili, pari al 22,2% della spesa totale.
Il 12,2% dei pensionati, 1,9 milioni, tra i 2.000 e i 3.000 euro lordi assorbendo il 21,7% della spesa lorda complessiva, per un totale di oltre 58 miliardi di euro.
Il 4,6% del totale dei pensionati Inps, guadagna oltre 3.000 euro mensili, per una media mensile di 4.336 euro lordi. Pensioni che costano 41 miliardi l'anno assorbendo il 15,2% della spesa totale.
Penalizzate come sempre le donne: 3 pensioni su 4 sotto i 500 euro, il 62,6%, sono delle donne contro il 37,4% degli uomini, mentre solo 1 pensionato su 4 è donna oltre i 3000 euro. Anche fino a 1000 euro il 67,2% è donna contro il 32,8% degli uomini.
Tra i lavoratori pubblici sono i magistrati ad avere la pensione più alta: 9.573 euro lordi al mese. Seguiti dal professori universitari con 3.565 euro medi mensili e le Forze Armate con oltre 3mila euro.