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Unione bancaria in crisi

Roma e Germania a confronto

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A Bruxelles, i ministri finanziari dell' Eurogruppo, hanno interrotto il meccanismo di salvataggio delle banche, mantenendo incerto un accordo completo e reale nell’ Ecofin di oggi, a cui partecipano tutti i 28 Paesi Ue. Â«Si tratta di una trattativa difficile - dichiara il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble - potremmo continuare la settimana prossima». Anche il presidente della Bce, Mario Draghi e il ministro dell' Economia, Fabrizio Saccomanni, appoggiato dal ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici, si contrappone in modo frontale alla Germania. In una lettera scritta a  Schaeuble il 13 dicembre, Saccomanni, non approva la posizione tedesca, in quanto finalizzata alla creazione di un''Unione Bancaria difettosa'.

Soltanto, in caso di stallo, potrebbe non arrivare l’atteso via libera ufficiale all’Unione bancaria, sollecitato con urgenza da Draghi per riportare la fiducia sulla solidità del sistema bancario europeo. Durante la crisi, sono stati presi in considerazione le situazioni bancarie di Germania, Regno Unito, Irlanda e Spagna. Come sta emergendo dai compromessi proposti dalla Germania, l'azione di salvataggio delle banche, secondo Draghi, è complessa e inadeguata.

Berlino vorrebbe rinviare di un decennio il completamento del fondo per gli aiuti, finanziato dalle banche stesse, e dotarlo di una cinquantina di miliardi per i 18 Stati dell’eurozona, cioè meno di quanto impiegato da Merkel solo per gli isituti di credito tedeschi. In Italia, invece, l'associazione Abi, si è resa conto che nell’ottobre scorso, i crediti ad alto rischio (in gergo «sofferenze») sono saliti a 147,3 miliardi di euro, 27 miliardi in più di un anno fa e ben 100 miliardi in più dal 2007. Il governo di Angela Merkel ha speso 64 miliardi di euro dei contribuenti per salvare banche tedesche.

Sia l'Italia, che la Germania si stanno confrontando per rimandare a giugno i contratti bilaterali, che Merkel vorrebbe al summit domani. La presenza di sofferenze, legate alle politiche di austerità volute da Bruxulles ( soprattutto nell'interesse delle banche  tedesche e di altri Paesi travolte da speculazioni e titoli tossici), costringe Saccomanni a rinviare  anche il compromesso tedesco sul meccanismo di salvataggio, se restasse penalizzante per il sistema bancario italiano.

 

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