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Padoan risponde alla UE: spese impreviste per migranti e terremoto

Il ministro dell’economia spiega ai commissari europei il divario tra il target 2017 e il programma di stabilità 2016

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Secondo Padoan l’Italia ci ha messo tutta la buona volontà ma sono subentrate spese impreviste , vedi alla voce migranti, i cui arrivi dal 2014  in Italia sono triplicati  e i  terremoti che scuotono la penisola. "L'Italia sta giocando un ruolo cruciale nell'assicurare i confini esterni dell'Europa e ha compiuto uno sforzo finanziario eccezionale per conto dell'Unione europea per rispettare i suoi obblighi umanitari" ha risposto Padoan.

 Il numero di migranti arrivati in Italia nel 2016 è più di tre volte quello del 2013 ed ancora più alto del 2011-2012 e il  ministro fa presente che l’italia sta compiendo uno  sforzo ancora più grande rispetto agli altri paesi europei   affrontando  una pressione senza precedenti dal 2014 a causa del conflitto libico. I soccorsi sono stati  156.705, più che in tutto il 2015.  Le spese per le operazioni di salvataggio dei migranti per:  prima assistenza, cure protezione ed educazione per più di 20 mila minori non accompagnati sono costate 3,3 miliardi (al netto dei contributi Ue) nel 2016 e 3,8 miliardi (0,22% del Pil) nel 2017; ma se il numero dei migranti dovesse continuare a crescere ai ritmi attuali la spesa potrebbe salire a 4,2 miliardi (0,24% del Pil).

Alla questione migranti va aggiunto la spesa per la ricostruzione dopo i terremoti che sarà pari a 2,8  miliardi, e a questa voce andrà molto probabilmente aggiunta quella del piano per mettere in sicurezza i “42 mila edifici scolastici, 30% dei quali hanno bisogno di azioni di manutenzione strutturale o devono essere completamente ricostruiti".

Il ministro fa notare che nel bilancio il costo per gli incentivi anti-sismici è stimato in 2 miliardi. Complessivamente l'aumento degli investimenti pubblici e incentivi fiscali antisismici comportano costi di bilancio vicini allo 0,2% del Pil.

Padoan ha ricordato infine l’impegno del governo nel settore negli investimenti e sulle riforme, condizione per ottenere la flessibilità: le riforme nei settori del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione, del sistema bancario e delle procedure di insolvenza". Ed ancora, le riforme all'esame del Parlamento, che riguardano il codice penale, la concorrenza, il fisco. 

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