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Pensioni, la "quattordicesima" ora

Le proposte del governo Renzi

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Il regalo di Natale e il regalo dell’estate (ma non per tutti).

Parliamo della tredicesima e della quattordicesima: la prima è una gratifica extra ormai radicata nella cultura e nell’immaginario lavorativi italiani; la seconda è un’integrazione pensionistica introdotta più recentemente (più precisamente dal governo Prodi, nel 2007) ma di cui possono beneficiare solo alcune fasce specifiche di lavoratori a riposo. Le caratteristiche generali dei due trattamenti premium una tantum (in anno) sono ben riepilogate nell’articolo del rag. Marco Bosticchi sul sito Professionisti.it (http://www.professionisti.it/enciclopedia/voce/2493/Tredicesima-e-quattordicesima).

Per quanto riguarda la tredicesima, Bosticchi scrive che nasce come largizione volontaria del datore di lavoro al dipendente, per poi diventare una costante contrattualizzata (secondo i canoni del CCNL, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) a partire dal 1937. All’origine la tredicesima riguardava solo gli impiegati dell’industria; poi, nel 1946, si estese anche agli operai e, infine, a partire dal 1960, tramite un apposito decreto del presidente della Repubblica, a tutte le categorie di lavoratori dipendenti. Con lo stesso decreto, aggiunge Bosticchi, si stabilì che l’entità della tredicesima venisse a coincidere con la “retribuzione globale di fatto” (il totale complessivo dei compensi spettanti periodicamente al lavoratore o lavoratrice dipendente), divisa per i 12 mesi dell’anno lavorativo.

Quanto alla quattordicesima mensilità, che abbiamo detto riguardare un certo tipo di mondo pensionistico, essa è prevista solo in alcuni settori e non in tutti (è prevista nel commercio, ma non nel metalmeccanico; spetta ai dirigenti del commercio ma non ai dirigenti dell’industria). In genere è corrisposta nel periodo tra giugno e luglio a favore delle pensioni più basse e viene computata, un po’ come la tredicesima (a cui, naturalmente, hanno diritto anche i pensionati), sulla base dei 12 mesi precedenti. Come si apprende sulla pagina dedicata al tema dal sito Pensioni Oggi (www.pensionoggi.it), la quattordicesima, in base all’articolo 5 del decreto legge 2 luglio 2007, n.81, è definita come una somma aggiuntiva a favore dei titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria. Per poterne avere diritto è necessario godere di specifiche condizioni reddituali e un’età pari o superiore a 64 anni.  In particolare, per ciò che concerne il discorso del reddito, la somma aggiuntiva viene erogata in presenza di un reddito complessivo personale non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.

E la quattordicesima è naturalmente uno dei fronti di intervento compresi nel pacchetto di provvedimenti previdenziali di Renzi, pacchetto per il quale lo scorso 28 settembre governo e sindacati hanno firmato un verbale condiviso. Nel testo (cinque pagine in tutto) si parla dell’Ape (che sarebbe il prestito bancario assicurato con rimborso ventennale), dell’estensione della no tax area per i pensionati e, appunto, della quattordicesima. Che cosa cambierà in questo capitolo con gli interventi di Palazzo Chigi? “Chi ce l’aveva fino ad ora se la vedrà aumentata di circa il 30%, mentre chi non ce l’ha ce l’avrà”, promette il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che per tutte le misure sul tavolo ha annunciato un impegno finanziario del governo pari a  “6 miliardi di euro in tre anni”.

Lo smentiscono però le cifre reali. Esse recitano che rientreranno nel beneficio solo coloro che possiedono un reddito personale complessivo, dunque non solo pensionistico, compreso tra 1,5 (750 euro lordi al mese) e due volte il minimo (più o meno mille euro). Ciononostante le stime del governo sono ottimistiche e dicono che il popolo della quattordicesima crescerà e non di poco: si prevede infatti che saranno ben 1,2 milioni le persone "conquistate" all'area dei fruitori di essa. Un po' di cifre, nel dettaglio: il super-bonus di luglio, per i  nuovi beneficiari,  avrà un valore oscillante tra i 336 euro (questo vale nello specifico per chi ha meno di 15 anni di contributi) e i 504 euro (per chi ne ha oltre 25); chi ne gode già vedrà invece un importo salire da 336 euro a 437 euro, per coloro che hanno  15 anni di contributi, e da 504 euro a 655 euro per chi ne ha 25. Niente di nuovo, invece, sul fronte delle pensioni minime, gli assegni mensili da 500 euro che vanno ai lavoratori a riposo il cui reddito da pensione, alla luce del conteggio dei contributi versati, si scopra inferiore al livello minimo fissato dalla legge (il cosiddetto “minimo vitale”).

 

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