Questione Isis e operazioni militari in Siria: la Russia, lo avevamo detto, aveva già espresso agli Usa la sua franca volontà di cooperare.
E adesso questa “tensione collaborativa” si sposta sul fronte della sicurezza dei voli nei cieli siriani. Il capo del Pentagono, Ash Carter, il 14 ottobre si è detto sicuro che i colloqui avviati con Mosca su tale materia potrebbero culminare in un accordo in tempi brevissimi.
Tutto dipenderà dall’esito di una nuova videoconferenza tra i vertici militari dei due Paesi, la terza da quando si è aperto il tavolo sul tema, secondo Rai News; per sputniknews.com, invece, sarebbe la quarta. In ogni caso, non sono stati ancora ben chiariti i tempi.
Il problema, in sostanza, come riepiloga il sito militarytimes (www.militarytimes.com) riportando il pensiero dello stesso Carter, è quello di evitare collisioni o comunque pericolosi contatti ravvicinati tra velivoli russi e americani sopra le teste dei ribelli isisini in Siria. Proprio per questo, si legge in un aggiornamento pubblicato da sputniknews nelle ultime ore, il Dipartimento della Difesa americano consiglierebbe vivamente ai piloti dell'aeronautica di Putin di usare frequenze internazionali e di comunicare in inglese.
Il colonnello dell’esercito Steve Warren, portavoce militare Usa a Baghdad, ha detto che due sabati fa è venuta a crearsi una situazione per cui un aereo russo e uno americano si sono trovati quasi a sfiorarsi, ma per fortuna, grazie anche alla perizia dei piloti che li guidavano (The pilots behaved professionally, sono parole di Warren riportate da militarytimes), non ci sono stati incidenti.
Warren ha aggiunto che spesso, nelle ultime settimane (cioè da quando il Cremlino ha lanciato la sua campagna anti-Isis), aerei russi sono stati visti volare a non molta distanza dai droni Usa: lo scopo di ciò, ha osservato, potrebbe essere quello di studiare i loro segreti tecnologici.