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Siria, da al-Nusra taglia contro russi

Quasi ventimila euro per ogni soldato di Putin catturato

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In genere sono le potenze occidentali a mettere taglie contro nemici islamici e criminali terroristi afro-orientali in genere. Stavolta, invece, la taglia parte dall’Islam, contro un nemico occidentale.

E non è la solita fatwa di massa che condanna, spesso, indiscriminatamente, una nazione o più nazioni infedeli, nella loro componente militare come in quella civile. Non è, per intenderci, la damnatio stile Khomeini (o bin Laden) contro il grande Satana americano (e occidentale). Quella lanciata dai qaedisti di Jubath al Nusra, competitori dell’Isis in Siria,  è la prima vera caccia all’infedele basata su uno specifico target di guerra.

Diciannove mila euro, questa la somma che i vertici del Fronte combattente siriano sono disposti a pagare per ogni soldato russo catturato. Vivo o morto, non fa differenza, come nella migliore tradizione della wanted men regulation.

Recentemente la Russia era stata accusata dalla comunità internazionale di essere intervenuto in territorio siriano in appoggio ad Assad più che contro l’Isis. In effetti è abbastanza vero: a Putin e al Cremlino importa combattere contro lo Stato Islamico nella stessa misura in cui sta a cuore aiutare il regime di Damasco contro i suoi oppositori (che dal 2011 si sono organizzati in una vera e propria forza militare, sostenuta neppure troppo nascostamente anche dagli Usa), tra i quali ci sono anche quei “briganti musulmani” che rispondono, appunto, al nome di Fronte al-Nusra.

A dare notizia della taglia è stato il giornale britannico Times, che riferisce che i bandi di cattura sono stati già affissi nei centri abitati controllati dai miliziani oltreché dffusi su Internet tramite social network. Sono firmati dal leader spirituale di al-Nusra, Ali bin Hamadi al Arjani

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