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Singapore, morto padre della patria

Aveva più di novant’anni

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Da un mese e mezzo si trovava in terapia intensiva per una polmonite. Lee Kuan Yew, classe 1923, è venuto a mancare lunedì 23 marzo. Nella sua Singapore, la città di cui era stato leader dall’indipendenza fino al 1990, e di cui può a tutti gli effetti considerarsi il padre fondatore, come recita anche l’appellativo che gli è stato riconosciuto.

Padre politico e padre della prosperità economica di Singapore. Prima di lui, non è che Singapore non esistesse: ma era uno dei tanti possedimenti dell’impero britannico, una colonia periferica ma a cui Londra mostrava di tenere. Alla causa indipendentista singaporiana Lee si era dedicato sin dalla giovinezza: a trentun anni, nel 1954, fondò il Partito d’Azione Popolare, e, grazie all’attività di esso, solo un anno dopo la città riuscì ad ottenere libere elezioni. Si dovette aspettare però fino al 1959 perché gli inglesi rinunciassero a qualsiasi tipo di ingerenza nella politica di Singapore: in quell’anno il governatore inglese cedette il posto al primo capo dello Stato singaporiano, e Lee divenne primo ministro. 

Per fare un raffronto con la politica italiana del dopoguerra, possiamo dire che Lee fu, ad un tempo, l’equivalente singaporiano di De Gasperi, di Fanfani e di Andreotti, e governò in una vita sola quanto loro fecero in tre: come De Gasperi, guidò il  suo piccolo paese (una città-stato, in fondo)nei primi anni della liberazione e della ricostruzione post-coloniale; come Fanfani fu il promotore del boom economico che fece di Singapore una delle tigri dell’economia asiatica (e quando l’impero di Cindia era ancora di là da venire); come Andreotti seppe mantenere con spregiudicata fermezza gli equilibri di un assetto politico collaudato.

Se la sua politica repressiva, che faceva delle fustigazioni e delle torture i suoi punti forti, non si può paragonare alla cosiddetta “strategia della tensione” (ammesso naturalmente che sia una dottrina interamente andreottiana), andò in sostanza nella direzione di un disegno autoritario abbastanza simile. Una volta ritiratosi da primo ministro, Lee… continuò ad esserlo: dal ’90 al 2004 fu infatti ministro anziano di Singapore, e dal 2004 al 2011 ministro mentore. Molto più che due cariche onorifiche.

Eppure, se si fosse avverato il disegno originario di Lee, Singapore non sarebbe diventata uno Stato sovrano, ma una parte della Malesia. Fu proprio lui, infatti, a spingere per l’unione federativa con Kuala Lumpur nel 1963, ma tale unione non durò che un anno scarso. La città-statotornò autonoma nel 1965, e forse è proprio allora che iniziò la storia della Singapore che conosciamo oggi.

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