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Baghdad, revocato coprifuoco notturno

Durava da più di dieci anni

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Da anni, a Baghdad, vigeva un coprifuoco notturno che impediva alle persone ad uscire in strada almeno fino alle cinque del mattino. L’8 febbraio il premier Abadi ha deciso di abolirlo. “Cerchiamo di tornare alla normalità” - è l’intento oltremodo apprezzabile, ma non sarà facile ottenerlo, in tempi brevi. Il premier è il primo a non nasconderselo: “Abbiamo deciso tutto ciò, anche se il nostro governo è tutt’ora impegnato in una guerra”. Contro un avversario non poco temibile: il famigerato Califfato islamico.
Correva l’anno 2004, la seconda guerra del Golfo era finita da un anno e il Paese faticava ancora ad uscire dal regime venticinquennale di Saddam Hussein: la ricostruzione, anzi, sarebbe stata ancora più dolorosa, un cammino impervio  denso di pericoli. Proprio allora, in un Paese prostrato dalla recente guerra e più ancora dai successivi scontri tra occupanti americani e miliziani di gruppi terroristi che cominciavano a moltiplicarsi nelle regioni più periferiche, proprio in quell’atmosfera l’amministrazione transitoria statunitense decise di far entrare in vigore, nella capitale irachena, un coprifuoco valevole da mezzanotte fino, appunto, alle cinque.
Dai tempi di Paul Bremer ad oggi non si può certo dire che la Mesopotamia si sia completamente pacificata, ma le condizioni di sicurezza, almeno in linea generale e per ciò che riguarda Baghdad, consentono alle autorità di far registrare un miglioramento. Per il governo la parola d’ordine è cautela, ma il messaggio di fondo è ottimismo. Il Generale Saad Maan, portavoce del Comando Operazioni della capitale, addirittura si spinge a prevedere che presto  i quartieri di Khadimiya, Adhamiya, Mansour e Saidiya verrano smilitarizzati e le forze in essi stanziate trasferite in zone di frontiera del Paese, dove il pericolo è oggettivamente maggiore.

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