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Egitto, liberi i due figli di Mubarak

Erano stati arrestati nel 2011

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In un certo senso come ai tempi della Pasqua nella Palestina dominata dai Romani: quando, in omaggio a quella festività nazionale, veniva liberato un assassino o un prigioniero politico scelto dal popolo. Non è precisamente la stessa cosa, ma il fatto che i due figli di Mubarak siano stati scarcerati ventiquattr’ore dopo il IV anniversario della rivolta che rovesciò loro padre, un po’ certe reminiscenze le fa tornare in mente. È così: dopo l’ultimo anno e sei mesi di custodia cautelare nel carcere di Tora (in totale hanno passato più di tre anni dietro le sbarre, essendo stati arrestati il 25 aprile 2011), il 26 gennaio Alaa e Gamal, rispettivamente primogenito e secondogenito dell’ex dittatore, sono stati rilasciati in attesa della sentenza definitiva: la aspetteranno a casa loro, ne quartiere di Heliopolis a Cairo. Inutile dire che i due “ragazzi” (cinquantatré anni l’uno, cinquantuno l’altro), sul cui capo pende ancora l’accusa di appropriazione indebita di fondi dello Stato, sperano di emulare il fortunato en plein  paterno sul fronte giudiziario. E quindi di bissare la fortunata sentenza della corte cairota che, alla fine di novembre del 2014, li aveva sollevati dall’imputazione di corruzione, in cui li aveva trascinati una vicenda di tangenti su un quantitativo di gas venduto ad Israele. Adesso si parla dei soldi intascati abusivamente col pretesto di lavori di restauro ad alcuni palazzi presidenziali – per un totale di circa quattordici milioni di euro -, ma anche di insider trading (utilizzo a fini di lucro personale di informazioni finanziarie riservate). 

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