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Afghanistan, ucciso leader di Al Qaeda

Era molto vicino ad al Zawahiri

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Dieci e lode all’Nds, il Dipartimento nazionale per la sicurezza afghano. L’intelligence di Kabul, a riprova di un’acquisita maturità di movimento e di competenze, è stata decisamente la mente di un’operazione che, domenica 19 ottobre, nella provincia di Nangarhar (est dell’Afghanistan) si è risolta con il raggiungimento di un obiettivo più che significativo: l’eliminazione di un esponente di primo piano di Al Qaeda in territorio afghano. Uno che, per intendersi, frequentava quasi quotidianamente la casa di Al Zawahiri, il leader supremo dell’organizzazione fondata da bin Laden, di cui era stato il medico. E poco importa che laggiù, nello sperduto villaggio di Lal Mandi, nel quartiere Nazyan di Nangarhar, ad uccidere materialmente il vecchio capo terrorista sia stato il “solito” raid americano, come scrive il longwarjournal.com. Il capo di cui parliamo è Abu Bara al-Kuwaiti, membro del Comando generale di Al Qaeda e stretto collaboratore di Atiyah Abd al Rahman, un leader dell’organizzazione ucciso in Pakistan nel 2011 da un drone Usa. Di Atiyah, un anno dopo la sua morte, al-Kuwaiti aveva scritto un elogio funebre sulla rivista online ufficiale di Al Qaeda, “Avanguardie del Khorasan”. Al Kuwaiti è stato raggiunto dalle bombe americane mentre era ospite a casa di Abdul Samad Khanjari, comandante militare di Al Qaeda e, sempre secondo il longwarjournal.com, governatore ombra talebano in quella provincia (anche dopo la caduta del loro regime in Afghanistan, i talebani non allentarono la presa sui territori da essi precedentemente controllati, e vi mantennero cariche e istituzioni in modo parallelo e alternativo al governo ufficiale insediato con l’aiuto americano).    
La notizia della cattura di al-Kuwaiti è stata data da Tolo Tv, un canale televisivo afghano.   

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