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Polizia Israele uccide per errore bimba di 4 anni

Uccisi anche tre giornalisti, tra loro nipote fondatore Hamas

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Una bambina palestinese di 4 anni è morta, uccisa per errore durante un tentativo di neutralizzare l'uomo alla guida di un'auto che si è schiantato contro un checkpoint nella città di Biddu, nei pressi dell'insediamento di Givat Ze'ev in Cisgiordania. Lo hanno riferito i media israeliani, che citano fonti di polizia. Nell'attacco sono rimaste lievemente due persone, mentre il "terrorista" è stato ucciso.

La polizia israeliana ha quindi ammesso di aver ucciso per errore la bambina. Secondo quanto ricostruito, il veicolo con a bordo un uomo e una donna ha accelerato nei pressi del checkpoint ferendo leggermente una giovane agente della polizia di frontiera.

I poliziotti hanno immediatamente aperto il fuoco, uccidendo entrambi gli occupanti dell'auto, ma gli spari hanno colpito anche un veicolo che viaggiava dietro ed al cui interno si trovava la bimba. Gravemente ferita. è stata dichiarata morta poco dopo dai soccorritori accorsi sulla scena.

Tre giornalisti sono stati uccisi a Gaza nel corso di raid israeliani. Lo riferiscono i media palestinesi secondo cui tra loro ci sarebbe Ali Salem Abu Ajwa, nipote di Ahmed Yassin, che fondò Hamas nel 1987 e rimase padre spirituale del gruppo fino alla sua uccisione da parte di Israele nel 2004. Abu Ajwa lavorava come giornalista a Gaza.

Precedentemente era stato reso noto che due giornalisti palestinesi erano stati uccisi, tra loro il figlio del giornalista di Al Jazeera Wael Al-Dahdouh, ed altri due feriti, in un attacco aereo israeliano a ovest di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.

Secondo l'agenzia palestinese Wafa un drone israeliano ha lanciato un missile contro un veicolo a bordo del quale viaggiavano i giornalisti, nella zona di al-Mawasi, a ovest di Khan Yunis. L'attacco ha causato la morte del 29enne Hamza, figlio di Wael Al-Dahdouh, e del giornalista Mustafa Thraya. Il raid ha provocato anche il ferimento di due giornalisti, Ahmed Al-Burash e Amer Abu Amr, entrambi collaboratori della televisione Palestine Today.

Il Sindacato dei giornalisti palestinesi ha documentato l’uccisione di 102 giornalisti e il ferimento di altri 71 da parte delle forze di occupazione israeliane nel solo anno 2023. Wael Al-Dahdouh aveva già perso la moglie, un figlio e la figlia in un attacco aereo israeliano che aveva preso di mira la casa in cui si erano rifugiati nel campo profughi di Nusseirat alla fine di ottobre 2023.

Al Jazeera condanna con forza l'uccisione dei suoi due giornalisti nel nord di Rafah. L'attacco dimostra "senza dubbio - denuncia l'emittente per cui lavoravano Hamza Dahdouh e Mustafa Thuraya - la determinazione delle forze israeliane a continuare questi brutali attacchi contro i giornalisti e le loro famiglie, con l’obiettivo di scoraggiarli dallo svolgimento della loro missione, violando i principi della libertà di stampa”.

Al Jazeera ha chiesto che "la Corte penale internazionale, i governi, le organizzazioni per i diritti umani e le Nazioni Unite ritengano Israele responsabile dei suoi crimini orribili” e ha chiesto che smetta di "prendere di mira e uccidere i giornalisti". Infine, il network con sede a Doha ha promesso di adottare “tutte le misure legali per perseguire gli autori di questi crimini” e si è impegnata a sostenere "tutti i giornalisti a Gaza".

Sono almeno 16 i palestinesi uccisi e altri 50 feriti dopo due attacchi dell'esercito israeliano contro la città di Khan Younis e il campo profughi di al-Maghazi, secondo quanto riferito da fonti locali all'agenzia di stampa Wafa.

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