Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Iran: ragazza 25enne in carcere da più di 2 mesi. È accusata di essere un oppositore politico.

Reato commesso: voleva assistere ad una partita di volley.

Condividi su:

Teheran. È stata arrestata una 25enne anglo-iraniana che studia a Londra per diventare avvocato. La polizia l'ha ammanettata in seguito ad una protesta che la ragazza stava facendo fuori da uno stadio, contro la legge che, in Iran, impedisce alle donne di assistere a competizioni sportive maschili.

Ghoncheh Ghavami è una studentessa per metà inglese e per metà iraniana. Era tornata, qualche mese fa, a Teheran, in Iran, per difendere certi diritti delle donne, che le leggi estremamente rigide islamiche non rispettano. Insieme ad altre circa 20 attiviste, fuori dallo stadio Azadi di Teheran, hanno protestato contro la legge promulgata nel 1979, la quale considera immorale, e quindi reato, la partecipazione delle donne a competizioni sportive maschili in cui gli atleti non siano completamente vestiti. Ghoncheh è stata portata alla stazione della Polizia e dopo rilasciata, sequestrandole però alcuni suoi effetti personali. Quando la donna si è poi recata dalla Polizia per ritirare i suoi beni, il 20 giugno scorso, è stata nuovamente arrestata e la sua casa perquisita. Sono ormai quasi 3 mesi che la 25enne anglo-iraniana è rinchiusa nella prigione di Evin di Teheran, e ha passato 41 giorni in regime di isolamento. I suoi parenti hanno chiesto aiuto al governo del Regno Unito, ma questo non ha poteri su determinate situazione nei paesi islamici come l'Iran. Su facebook intanto la notizia ha fatto il giro nelle bacheche di molti utenti, e la pagina dedicatale ha raggiunto i 9000 likes.  Si dovrà attendere la decisione del governo islamico, che pare per il momento non volerla rilasciare.
È un'altra storia triste, quella di una donna che cerca di risvegliare la sensibilità delle altre sue simili per genere, e spronare  affinché possano riscoprire il diritto alla libertà. Ma da un lato c'è l'indifferenza o la paura delle stesse donne che continuano a vivere credendo quasi ad una predestinazione della loro condizione, e dall'altro lato trovano il potere del governo, delle leggi che non lasciano scampo all'espressione.

Condividi su:

Seguici su Facebook