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Palestina in fiamme: più di 30 morti nelle ultime 24 ore

oltre cento i raid sulla città di Gaza

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Continua l'operazione “Bordi protettivi”, lanciata dallo stato maggiore israeliano due giorni fa in risposta ai numerosi lanci di razzi, circa un centinaio, dalla striscia di Gaza verso il territorio ebraico, i quali per la maggior parte sono stati intercettati in volo mentre altri hanno raggiunto la spiaggia di Haifa, Gerusalemme, dove si sono registrati nove feriti e l'interruzione dei collegamenti ferroviari, e le vicinanze della centrale nucleare a Dimona, fortunatamente senza conseguenze. Oltre cento i raid aerei verso la Palestina, secondo fonti militari indirizzati verso obbiettivi quali tunnel e postazioni lanciarazzi, che hanno prodotto più di trenta morti, tra cui tre bambini e oltre settanta feriti. Bombardamenti selezionati che per Israele sono necessari alla distruzione delle “centrali del terrore” e della “macchina organizzativa” di Hamas, mentre si ha anche notizia di un attacco in pieno giorno nella zona di Bit Lahiyah, a nord di Gaza, dove un drone ha colpito una motocicletta, uccidendo un trentenne e ferendo gravemente l'altro occupante. Intanto il primo ministro Netanyahu ha dato ordine per la mobilitazione di oltre 400 riservisti dell'esercito, a fronte di una possibile operazione di terra nell'immediato futuro, mentre il presidente palestinese Abu Mazen parla apertamente di “genocidio” da parte israeliana e i vicini stati di Giordania ed Egitto invitano a frenare l'escalation militare in atto da entrambe le parti, che ormai si accusano apertamente di non aver rispettato i patti stabiliti circa due anni fa, che portarono ad un cessate il fuoco dopo l'operazione “Colonna di difesa”.  Una “battaglia” quella scoppiata, dopo il caso dei tre ragazzi israeliani torturati ed uccisi e del successivo assassinio di un ragazzo palestinese, che rischia di arrivare al solito conflitto, il confronto militare che va a sostituire qualsiasi dialogo possa essere intrapreso tra le parti in causa.

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