Una scossa di terremoto di magnitudo 8.2 è stata registrata nel Pacifico al largo del Cile alle 20.46 di ieri ora locale (quando in Italia era l'1.46). La scossa ha provocato uno tsunami; onde alte anche due metri e mezzo hanno colpito le coste di Iquique, nel Nord del Paese. Le prime frammentarie informazioni parlano di almeno 5 morti. La zona è stata interessata da frane, alcuni crolli di edifici e incendi; l'aereoporto di Iquique ha subito danni. Il Governo ha ordinato l'evacuazione dei centri della costa; in Perù è stata evacuata la parte di Lima più vicina al mare.
Il sisma è stata avvertita anche in Perù e Bolivia; la scossa di assestamento più forte è stata di magnitudo 6.2. Michelle Bachelet, la presidente cilena, ha dichiarato lo stato di calamità naturale per le regioni del Nord del Paese: Arica, Paranicota e Tarapacan. La popolazione si è radunata negli stadi e nei centri di accoglienza.
A Iquique c'è stata una evasione di massa dal carcere locale con 300 donne detenute che sono fuggite. Questo, secondo il ministro degli interni Rodrigo Penailillo, è l'unico incidente rilevante e ha annunciato l'arrivo dell'esercito per riportare l'ordine.