Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Fidel Castro, cronologia di una dittatura

Dal 1959 al 2016, quasi sessant’anni al potere

Condividi su:

Addio al Líder Maximo, al dittatore comunista più occidentale del mondo (in senso geografico, naturalmente, e tralasciando la meteora Chavez). A colui che, per sessant’anni, fu l’avamposto più a ovest del movimento rivoluzionario globale marxista. Per Cuba finisce l’era di Fidel Castro, ma non l’era Castro in generale, visto che ormai da quasi dieci anni, con una successione per nulla traumatica, il potere è passato nelle mani del fratello di Fidel, Raúl. Ripercorriamo gli anni della dittatura di Castro con una linea del tempo simile a quelle delle prime serie del programma “Correva l’anno” di Raitre. Mentre la leggete immaginate, perciò, di ascoltare la voce di Paolo Mieli e di avere come sottofondo la bella sigla degli anni 2000-03.

1959. A Cuba la guerra rivoluzionaria iniziata tre anni prima dal Movimento 26 Luglio, un gruppo di esuli politici che comprendeva tra gli altri il giovane avvocato Fidel Castro e a cui si era aggregato il giovane medico argentino Ernesto Guevara, porta alla caduta del regime filo-americano di Fulgencio Batista e all’instaurazione di un altro regime, ma di tipo comunista. Castro, che nutriva ambizioni politiche sin dal 1952, se ne pone a capo.

1960. Cuba firma un accordo con l’Unione Sovietica per l’acquisto di petrolio. Le raffinerie dell’isola, di proprietà statunitense, si rifiutano di trattarlo. Inizia l’ostilità della Casa Bianca nei confronti di Castro, che si concretizza in primis con l'inizio di una lunghissima fase di embargo; intanto si fanno sempre più saldi i rapporti tra L’Avana e Mosca. Oltre alle nazionalizzazioni spinte di tutti i settori dell’economia, inizia una massiccia campagna di alfabetizzazione delle zone rurali dell’isola, che in raltà si rivela un successo: nel solo 1961 il tasso di analfabetismo fu ridotto dal 20% al 3,9%. Sin da subito, inoltre, il nuovo regime incoraggia lo sviluppo della sanità, che raggiunge presto livelli di ccellenza. 

1961. Millequattrocento tra i  tanti dissidenti fuggiti dall’isola in massa subito dopo la presa del potere da parte di Castro o espulsi dal nuovo regime, sbarcano a Cuba, nella baia dei Porci, con l’intento di dar inizio a un colpo di stato: sono armati e addestrati dai servizi segreti degli Stati Uniti, ma senza l’avallo ufficiale dell’Amministrazione Kennedy, che infatti non darà all’operazione il supporto aereo necessario per la sua riuscita. Sicché l’impresa si risolverà in un fallimento totale per gli anti-castristi. Castro intanto diventa primo segretario del partito comunista di Cuba.

1962. Fidel Castro getta la maschera: in un discorso alla nazione dichiara apertamente che il suo è un governo marxista-leninista. Nello stesso anno scoppia la “crisi dei missili di Cuba”: Usa e Urss di nuovo ai ferri corti perché il Cremlino sta gettando le basi per l’installazione di missili nucleari nell’isola. Alla fine però Kennedy e Kruscev giungono ad un accordo: i sovietici desisteranno dal proposito di fare di Cuba una base missilistica se gli americani si impegneranno a non tentare più l’invasione di Cuba.

1975. In Africa, mercenari cubani finanziati dall’Urss appoggiano la guerriglia dei movimenti contrari ai governi filoccidentali. L’impegno dell’Avana è visibile soprattutto in Angola, dove sin dalla prima ora e fino alla fine degli anni ’80 sarà al fianco del Movimento Popolare di Liberazione angolano (in quella che è passata alla storia come Operación Carlota) ma si era già concretizzato, quando il generale Guevara era ancora vivo, in Congo.  

1976. Fidel Castro, che dall’anno della vittoria della rivoluzione era stato ufficialmente solo primo ministro di Cuba, diventa anche presidente del Consiglio di Stato di Cuba.

1979. Fidel Castro è eletto segretario generale del Movimento dei non allineati, un terzo polo tra la NATO e il Patto di Varsavia. Il suo mandato durerà fino al 1983.  

1998. Storica visita di Giovanni Paolo II a Cuba, a due anni da quella di Castro a Città del Vaticano. Per quell’occasione, in base ad un accordo preesistente, Castro liberò 106 dei 260 detenuti che comparivano in una lista presentata al dittatore dal segretario vaticano, il cardinal Sodano.  

1999. A novembre scoppia il caso Elián. È la vicenda di un bambino cubano che, insieme alla madre, nata in Florida, voleva scappare dall’isola per andare nella patria della madre. Lungo il viaggio la loro imbarcazione viene raggiunta da una pattuglia cubana che cerca di bloccare la navigazione, ma senza violenza.  Nonostante ciò, prima della fine della traversata la nave di Elián naufraga;la madre muore in mare, il bambino, invece, recuperato da un’unità della Guardia costiera Usa, riesce ad arrivare in Florida dove viene preso in custodia da partenti della madre. Un anno dopo, però, l’Fbi farà rimpatriare Elián.   

2004. Fidel Castro sottoscrive col presidente venezuelano Hugo Chavez, considerato il suo erede, un'intesa che sancisce la nascita dell'Alleanza Bolivariana per le Americhe (ALBA), un accordo di collaborazione  politica, sociale ed economica tra i paesi dell'America del Sud e i paesi caraibici. Grazie a tale accordo Cuba ha potuto, ad esempio, giovarsi del petrolio del Venezuela, fornendo in cambio al paese di Chavez  assistenza medica e culturale. Gli stessi vantaggi, naturalmente, Cuba si impegnava a garantirli anche agli altri Paesi facenti parte del patto, e cioè Bolivia ed Ecuador.

2006. Sofferente da tempo di diverticolosi, Castro inizia a pensare ad un graduale disimpegno dal potere. Così per la prima volta in quell’anno cede temporaneamente il potere nelle mani del fratello Raúl. Girano voci che il vecchio leader sia malato terminale di tumore

2008. Il 18 febbraio Castro rassegna le sue dimissioni da Presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo.

2011. Ultimo atto: nel quadro del VI Congresso nazionale del Partito Comunista di Cuba, Fidel Castro si dimette anche dalla carica di Primo Segretario del partito. Le sue ultime uscite pubbliche si registrano nel 2013, per incontrare il politico venezuelano Diosdado Cabello in visita all’Avana, e nel 2014, per inaugurare uno spazio culturale sempre nella capitale cubana. La sua ultima dichiarazione pubblica di peso risale invece al marzo scorso, quando, commentando la storica visita di Barack Obama all’Avana (la prima di un presidente Usa dopo 88 anni, e a un anno dalla riapertura dei rapporti diplomatici Usa-Cuba), aveva detto che “Cuba non ha bisogno di regali dall’impero”.
 

Condividi su:

Seguici su Facebook