Non è morto.
Anzi sì. Ma quando mai talebani ed estremisti islamici in genere hanno confermato la morte di un loro leader, abituati come sono,al contrario, a smentire puntualmente dichiarazioni di media e rappresentanti dei governi? In Pakistan la realtà sembra essersi invece rovesciata: è una televisione nazionale, Samaa, a sconfessare la notizia della morte di un capo talebano, il mullah Mansour, e sono invece i talebani a confermarla.
Chi ha ragione? Su una cosa, comunque, l’emittente di Karachi e Abdul Rauf, comandante delle milizie talebane raggiunto da Associated Press, sono d’accordo: e cioè sullo scenario della morte di Mansour. Che è da collocarsi, alla fine della scorsa settimana, al confine tra Pakistan e Afghanistan. Sembra che Mansour si trovasse a bordo di un veicolo, colpito da un drone Usa: è possibile supporre che l’attacco fosse stato mirato proprio ad eliminare Mansour, e che dunque l’uccisione di uno dei pezzi da novanta del movimento talebano non sia per il Pentagono un caso di serendipità .
Però sull’automezzo distrutto dal drone il capo religioso non viaggiava da solo, con lui c’era anche un autista e un altro passeggero: l’obiezione avanzata dalla tv pakistana relativamente alla morte di Mansour si fonda proprio su questo. Per Samaa, infatti, a perire nell’attentato sarebbero state le altre due presenze all’interno dell’auto, ma non il leader talebano, che invece sarebbe riuscito a sopravvivere e a fuggire.
Quel che è certo è che, dei tre nella macchina, almeno due sono morti: i loro corpi sono stati portati all’ospedale di Nushki, una località del Beluchistan, dove aspettano di essre identificati.

