Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Stucchi: altra bufala su Regeni

“Follia pensare che fosse implicato in affari loschi”

Condividi su:

Qualcuno riesce davvero a vedere Giulio Regeni nei panni di un trafficante di reperti?

Potrebbe veramente credere all’ipotesi della “doppia vita” condotta da un serio ricercatore e giornalista freelance che, deposti libri, mappe e tastiere, si dedicava all’archeo-business così amato dagli stessi terroristi e isisini. Qualcuno ci crede o, almeno, qualcuno all’ombra delle  Piramidi tenta di spargere la voce. E questo qualcuno ha fatto recapitare una lettera anonima all’ambasciata italiana al Cairo. Una “bufala” confezionata nello stile e nelle modalità di un “corvo”: roba che assolutamente non si può tollerare, dice Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, e che inoltre costituisce una “offesa alla memoria di Regeni”.

L’ennesima: perché anche le altre precedenti versioni, trapelate dall’Egitto, che ricostruivano gli scenari della fine del ricercatore (omicidio a sfondo omosessuale, atto criminale, incidente stradale, omicidio per mano di spie dei fratelli Musulmani), erano tutte altrettanto bugiarde e depistanti, per non dire fantasiose. “Il comportamento dell’Egitto è inaccettabile.” Naturalmente Stucchi non è l’unico a scandalizzarsi all’annuncio della lettera anonima: anche la Procura di Roma ha definito “inattendibile” il legame tra la morte di Regeni e un traffico di reperti archeologici gestito da una banda di egiziani.

Dal 29 marzo, infatti, a fianco agli inquirenti delle forze dell’ordine  scesa in campo, per dipanare il mistero, anche la Procura guidata da Giuseppe Pignatone. Intanto anche la Procura egiziana ha annunciato la creazione di una squadra d’inchiesta ad hoc.

Caso Regeni, anzi rebus Regeni: “Vogliamo la verità vera e che non sia di comodo”, aveva chiesto Renzi all’Egitto mentre era in visita a Chicago (seconda tappa del suo viaggio negli Usa, che era iniziato il 29 aprile in Nevada e si conclude oggi a Boston). Adesso, aggiunge Stucchi, il premier dovrebbe battere un altro colpo. “Renzi deve dimostrare con i fatti di non aver paura di contrapporsi ad Al Sisi.”

Condividi su:

Seguici su Facebook