Il successore dell’ayatollah Ali Khamenei, il Rahbar (Guida Suprema), sarà proclamato qui.
Nella nuova assemblea degli esperti ,eletta in Iran lo scorso fine settimana. gli "Esperti del Popolo" e gli "Amici della Moderazione", le due liste dei riformisti moderati capeggiate rispettivamente dall’ex presidente Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, predecessore di Ahmadinejad, e dal capo dello Stato attualmente in carica, Hassan Rouhani, hanno fatto incetta di seggi: nella sola Teheran ne hanno conquistato 15 su 16.
E il trend nelle altre circoscrizioni non è certo andato in direzione contraria: nella sacerrima assise, che è composta da 88 membri e che la Costituzione di Khomeini vuole eletta ogni 8 anni (ha fatto eccezione proprio l'ultima assemblea, che è durata in caria due anni in più per permettere l'accorpamento con le elezioni legislative), siederanno ben 54 riformisti: e sulla base di ciò appare dunque facile immaginare chi comanderà per la prossima consiliatura, dal prossimo maggio fino al 2020.
Ma l'onda lunga del rinnovamento appare inarrestabile: come confermato dal ministero degli Esteri e dall’emittante Press Tv, i riformisti moderati riuniti nella “Lista della Speranza” hanno centrato il traguardo-maggioranza anche nel resto del Parlamento iraniano: nella sola capitale, Teheran, il partito attualmente al governo ha fatto l'en plein conquitsando tutti e 30 i seggi a disposizione. Non va certo peggio nel resto del Paese, dove i riformisti quasi dappertutto sfiorano il 40% del gradimento alle urne, a fronte di una partecipazione popolare assai alta, pari a citrca il 60% nell’intero Paese (circa 33 milioni di iraniani).
E questi dati appaiono come la dimostrazione più plastica del fatto che Rouhani ha saputo gestire in modo egregio la fase del superamento del’oscurantismo ahmadinejadiano e, con la sua politica di disgelo nei confronti degli Usa e dell’Occidente, restituire una prospettiva di sviluppo all’antica terra persiana.
“La competizione è finita. È tempo di aprire un nuovo capitolo nello sviluppo economico dell'Iran, sulla base delle capacità del Paese e delle opportunità internazionali." Queste le prime parole di Rouhani, raccolte dall’agenzia Irna, subito dopo il voto.