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Pakistan, attacco a campus

Nel mirino università non distante da Peshawar

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Università Bacha Khan a Charsadda, 50 km da Peshawar.

Un’università giovane, avamposto di cultura e di formazione per una società, quella pakistana, affamata di sviluppo sociale e di progresso economico. Istituito nel luglio 2012, l’ateneo faceva il suo orgoglio di un’offerta formativa a carattere prevalentemente scientifico ma molto larga, che si componeva di ben tredici facoltà principali: Inglese, Geologia, Biotecnologia, Botanica, Matematica, Chimica, Informatica, Management, Sociologia, Agricoltura, Entomologia, Agronomia

Diciamo faceva il suo orgoglio, perché dopo la dura ferita inflitta ad essa dal terrorismo, mercoledì 20 gennaio, non sarà facilissimo riprendere immediatamente, e a pieno regime, il ritmo quotidiano delle lezioni e degli appuntamenti accademici. Di tutte le lezioni, e in tutte le facoltà. E come lo si potrebbe fare, in effetti, quando c’è un bilancio delle vittime che parla di 21 morti tra studenti e professori, oltre ad agenti di polizia e, in parte ugualmente minoritaria, terroristi?  

 Alle 5.30 ora italiana un commando di quattro uomini, con tutta probabilità talebani,  ha attaccato uno dei padiglioni dell’ateneo, la cui popolazione studentesca ammonta in totale a 3000 unità. A fare il bollettino in tempo reale, ora per ora, delle vittime dell’attentato, è stata la rete pakistana Geo tv,  che all’inizio ha parlato di un docente di chimica e di due studenti uccisi ,e inoltre di  cinquanta persone ferite (quando, in realtà ancora il blitz vero e proprio non era neppure scattato); quindi ha dato conto  di otto morti, via via diventati dieci, quindici e infine venti.

Un contro-blitz delle forze dell’ordine, quando ormai i terroristi si erano impadroniti del secondo e del terzo piano dell’edificio,  ha poi portato alla messa in salvo di tanti studenti,  fatti fuggire a bordo di autobus, e all’eliminazione di tutti e quattro gli assalitori; sul campo, però, sono rimasti altrettanti poliziotti.

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