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GLASSES, il progetto artistico di Claudia Del Giudice sostenuto da D- STYLE

L'interessante progetto si avvale del supporto dell'azienda leader in campo ottico di Domenico Auriemma a livello nazionale e internazionale.

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Sabato 15 giugno, alle ore 19.00, a Caserta, presso lo Spazio nr. 7 di Luigi Ambrosio, sarà inaugurata
Glasses, la personale pittorica di Tonia Erbino.
Il progetto artistico è curato da Claudia Del Giudice e si avvale del sostegno della D-STYLE, azienda leader
nel settore dell’ottica in campo nazionale ed internazionale. L’incontro fra la pittrice e Domenico
Auriemma, titolare della D-STYLE, sancisce la volontà di trasformare uno strumento correttivo della vista,
inteso come limite alla propria libertà di espressione, in un accessorio volto ad esaltare la personalità di chi
lo indossa. Glasses delinea l’unitarietà tra l’artista e il creativo.
Tonia Erbino è newyorkese di nascita ma napoletana per vissuto e tradizioni. Ha compiuto studi artistici,
conseguendo i diplomi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Napoli, nonché master e
specializzazioni volti all’insegnamento. Tante sono le figure di rilievo incontrate durante il suo percorso di
formazione: Il maestro di pittura Gianni Pisani, il maestro di incisione Bruno Astarita, il maestro di
fotografia Mimmo Jodice,… Fin dall’infanzia, la sua “vocazione” si palesa in modo evidente: “Da che
comincia la mia memoria, mi ricordo con una matita in mano”, così si definisce l’artista che insegna Arte e
immagine nella scuola secondaria di primo grado. Arte fiera Genova, il PAN, la galleria d’arte Salvatore
Serio, il Medì sono alcuni dei luoghi d’arte in cui ha esposto.
In Glasses la fragilità riconosciuta e condivisa per il superamento della miopia imperante viene
rappresentata dalla pittrice con il rigore e la lungimiranza che da sempre contraddistinguono la sua ricerca
pittorica. La mostra si compone di tre dittici, un autoritratto e una raffigurazione che esprime l’inizio del
dialogo con l’altro; otto dipinti di medio e grande formato, tutti rigorosamente oli su tela.
 

«Glasses è una “vista oltre”, “uno sguardo altro“.
I Glasses sono personaggi predestinati che, elevandosi al di sopra del facile consenso e dell’applauso
collettivo, trasformano la fragilità della visione in un potenziamento della vista che li rende divinamente
coraggiosi.» (Tonia Erbino)

“Glasses”, elogio alla fragilità attraverso icone laicali che invitano a guardare il mondo con occhi diversi,
comprende dittici e ritratti, oli su tela con cui ancora una volta Tonia Erbino pone al centro
dell’osservazione pittorica la condizione esistenziale dell’essere umano.
Le persone rappresentate nei quadri, pur essendo tutte “miopi”, sono considerate degli eletti: hanno sì
difficoltà nel vedere, nell’osservare, ma la presenza sulle loro teste di un segno pittorico che emana luce
indica che la cecità non sarà perenne (dittico King – Queen).
La fragilità riconosciuta, intesa come scambio dignitoso di forza di vivere (Allies), permette la cura e genera
saggezza che avvicina alla serenità (Queen). Indossare gli occhiali e palesare al mondo la propria limitazione
è l’inizio di un cammino che conduce a vedere oltre.
Strumenti correttivi o protettivi della vista, per qualcuno necessari, per altri semplicemente un
accessorio di moda (dittico Elect I – Elect II), gli occhiali, glasses, diventano emblematici di una
smarrita capacità di focalizzare la realtà o del non esporsi al giudizio altrui, fino a quando il
riconoscimento della propria umana debolezza non condurrà alla crescita attraverso il
cambiamento di prospettiva (Myself).
Erbino con coraggio mette in discussione la raffigurazione, dissolvente ma efficacemente intensa.
Nelle sue opere, esplorazioni a dir poco soffocanti rivelano il tormento della vita dolorosa dei
protagonisti per i quali ogni gioia è conseguenziale allo struggente impegno di elevare e migliorare
se stessi e frutto dello stoico mai sottrarsi alle difficoltà che si presentano sul loro percorso (King).
Straniamento (dittico Glass man – Glass woman), riflessione e accettazione dell’imperfezione
traspaiono dai volti dipinti che talora poggiano su corpi dall’anatomia alterata, assimilabili ad otri
la cui unica funzione è quella di supporto.
Lo stile criptico e la pittura lucidamente onirica, dalla matrice espressionista e religiosa,
sottraggono leggibilità univoca alle figure che esistono secondo leggi proprie. Sulle composizioni
essenziali, le stratificazioni di colore dalle tinte prevalentemente acide disvelano la tecnica
pittorica di Erbino in un reale di percezioni contagianti. (Claudia Del Giudice)

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