Fondare una chiesa cristiana in un paese così lontano dalla tradizione occidentale sembra incredibile, eppure fu proprio ciò che successe in Corea. La storia di come la religione di Gesù si diffuse in questo paese è incredibile: non furono infatti santi o missionari a diffondere il Verbo, ma dei semplici cittadini laici.
Era la seconda metà del 1700 quando Lee Byeok, un uomo che viaggiava spesso, scoprì durante un suo soggiorno in Cina il libro di Matteo Ricci "La vera dottrina di Dio". Ne rimase estremamente affascinato, e quando nel 1780 tornò in patria fondò la prima comunità cristiana della Corea.
Purtroppo il libro di Matteo Ricci dava per scontata molta parte della dottrina tradizionale del cristianesimo, e quindi Lee si trovò a chiedere ad un suo amico in partenza verso la Cina di farsi battezzare e portare più libri possibili sull'argomento.
E sulla base di quei libri che la comunità crebbe. Celebravano laicamente l'eucarestia, la confessione e il battesimo, ma senza una vera disciplina. Venendo a sapere del gruppo, il vescovo di Pechino li informò che la Chiesa necessitava di una gerarchia. Così Lee, a capo della nuova comunità , gli chiese di inviare sacerdoti. Fu subito accontentato con l'invio di un prete.
Il nuovo gruppo attirò parecchio l'attenzione tra vicini e concittadini. Venivano considerati pazzi e pericolosi, e per questo il re nel 1802 emanò un editto in cui dava il via alla persecuzione dei cristiani. Venne ucciso l'unico prete del gruppo di Lee, e tanti suoi seguaci.
Il gruppo richiese quindi una nuova guida spirituale, che però ci mise molto tempo ad arrivare. Nel 1804 riuscirono ad entrare clandestinamente in Corea un vescovo e un sacerdote, ma due anni dopo furono martirizzati.
E non furono gli ultimi. A causa della persecuzione coreana, che durò fino al 1882, perirono più di 100.000 cristiani, tra laici e sacerdoti. Di questi 103 furono beatificati e dopo santificati da Giovanni Paolo II. Dei 103, 10 stranieri, 3 vescovi e 7 sacerdoti, gli altri tutti coreani, catechisti e fedeli.
Due martiri spiccano per la loro devozione: Andrea Kim Taegon e Paolo Chong Hasang.
Andrea Kim nacque nobile, in una casa che era una "chiesa domestica" durante il periodo della persecuzione. Suo padre era un vero cristiano che praticò il compito apostolico finché non venne scoperto e martirizzato.
Andrea Kim Taegon decise quindi di seguire l'esempio del padre e dedicare la sua vita alla diffusione della nuova fede. Andò in Cina su una nave con equipaggio interamente cristiano, dove venne fatto sacerdote dal vescovo Ferrèol, e i due si imbarcarono in un viaggio avventuroso per poter entrare illegalmente in Corea e continuare a diffondere la fede cristiana. Furono in tanti che vennero convertiti dai due. Il vescovo incaricò quindi il giovane sacerdote di portare delle lettere in Europa, ma Andrea Kim venne scoperto.
Grazie al suo status nobiliare, fu accompagnato dal re. Gli venne chiesto più e più volte di abbandonare la sua religione ma non ci fu verso, nemmeno dopo torture e umiliazioni. Fu decapitato il 16 settembre del 1846.
Paolo Chong Hasang invece vide la nascita della comunità cristiana: fu lui ad accompagnare in Corea il primo sacerdote e il vescovo francese che lo seguì. Era un laico proveniente da una famiglia benestante, espropriata dei suoi beni a causa della professione di fede del padre e fratello, martirizzati poco dopo la sua nascita. Diventati poverissimi, Paolo Chong, sua madre e sua sorella vissero ospiti di alcuni parenti, osservati con sospetto dalla polizia. Diventato adulto, il Santo si unì al gruppo cristiano di Seul. Condusse più di 15 viaggi apostolici dalla Corea alla Cina e ritorno; tutti a piedi per passare inosservato e avere più facilità di nascondersi.
Nella nuova comunità , Paolo Chong aspirava a diventare sacerdote, ma fu tradito da un apostata che lo consegnò alle guardie. Interrogato, minacciato e torturato, non abbandonò mai la sua fede cristiana. Il 22 Settembre 1839 venne martirizzato insieme a molti del suo gruppo. Vennero uccise dopo alcuni mesi anche la madre e la sorella, oltre a tutti i vescovi e sacerdoti che egli aveva accompagnato in Corea.

