La notizia è stata ufficialmente annunciata solo pochi minuti fa ma, già dal pomeriggio, alcune fonti del Pd in Campidoglio commentavano: "È finita, si va a casa". Ebbene dopo una lunghissima giornata di stallo in Campidoglio, con l'ormai ex sindaco chiuso a Palazzo Senatori e "abbandonato" dal vicesindaco Marco Causi e dagli assessori Stefano Esposito e Luigina Di Liegro che per primi hanno rassegnato le loro dimissioni, alle 19:30 l'annuncio ufficiale: Ignazio Marino si è dimesso.
"In questi due anni ho impostato cambiamenti epocali, ho cambiato un sistema di governo basato sull'acquiescenza alle lobbies, ai poteri anche criminali. Questa è la sfida vinta. - Ha scritto Marino in una lettera aperta ai romani - Non nascondo di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso che purtroppo ha toccato anche parti del Pd e che senza di me avrebbe travolto non solo l'intero Partito democratico ma tutto il Campidoglio" ha aggiunto.
E continua: "Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione. Sin dall'inizio c'è stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani. Questo ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest'aggressione arriva al suo culmine. Le condizioni politiche oggi mi appaiono assottigliate se non assenti. Per questo ho compiuto la mia scelta: presento le mie dimissioni".
Le dimissioni, "non come segnale di debolezza o addirittura di ammissione di colpa per questa squallida e manipolata polemica sulle spese di rappresentanza e i relativi scontrini", in cui però l'ex sindaco si lascia aperta una via d'uscita: "Le dimissioni possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un'astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche".
Sembra dunque terminata l'era Marino, ma cosa succederà ora? La rinuncia di Marino diventerà irrevocabile entro il 28 ottobre. Inizia così la procedura di scioglimento del Consiglio comunale e cessano tutte le cariche politiche. Il prefetto Franco Gabrielli dovrà ora nominare un Commissario. Molto probabilmente, come afferma il capogruppo del Pd, Fabrizio Pancaldi, si andrà al voto nella primavera 2016.