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Prima che il tempo manchi

Una storia vera. Un evento che resterà

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Giovedì 29 maggio si è tenuto il terzo appuntamento della rassegna Cadenze Letterarie, format ideato e curato da Dino Tropea. Protagonista della serata è stato “Prima che il tempo manchi”, Gondour editore, autobiografia di Alma N.P. (pseudonimo), sopravvissuta e oggi voce potente di una resilienza che commuove, scuote e risveglia. Di seguito i momenti salienti della serata ed il nostro video servizio. 

È stata una serata colma di applausi, silenzi carichi di rispetto, lacrime trattenute, e non, riflessioni condivise.

Il tramonto sul mare, il suono delle onde, le musiche di sottofondo, e una scaletta sapientemente orchestrata hanno reso l’atmosfera quasi surreale.

La presentazione è stata condotta con eleganza da Sergio Mingrone, collega, amico e co-promotore di Cadenze Letterarie, che ha accompagnato con sensibilità il racconto di un libro che non si limita a raccontare: testimonia.

“Prima che il tempo manchi” è un libro che non si legge. Si ascolta.

Durante la serata, le parole scelte e lette da Dino Tropea – teaser tratti dal libro – sono state commentate con voce viva dall’autrice. Alma ha arricchito le letture con aneddoti mai scritti, custoditi finora nel cuore, ma donati al pubblico come perle di verità e coraggio.

Tra le citazioni più intense:

“Quando ha chiuso la porta a chiave, ho capito che nessuno sarebbe venuto. E allora ho deciso che l’unica che poteva salvarmi, ero io.”

Oppure:

“Scrivo prima che il tempo manchi. Perché non voglio sparire in silenzio. Voglio che almeno una riga di me resti a dire: io c’ero.”

E ancora:

“In quella stanza senza corrente, con il frigorifero vuoto, parlavo ai muri per non dimenticare il suono della mia voce.”

Passaggi che hanno trafitto e accarezzato, uno dopo l’altro.

L’intervento della Dottoressa Sonia Buscemi. La serata è stata arricchita da uno straordinario intervento della Dott.ssa Sonia Buscemi, psicologa clinica che segue il progetto Cadenze Letterarie.

Con uno sguardo attento e mai distaccato, ha analizzato l’immenso sforzo psichico di Alma nel superare il trauma, illustrando al pubblico i cinque profili dello stalker secondo la letteratura scientifica. I cinque profili dello stalker sono: il risentito, che cerca vendetta per un torto percepito; il molestatore in cerca di intimità, che desidera una relazione romantica o sessuale; il rifiutato, che è spinto dal dolore del rifiuto; il corteggiatore incompetente, che ha scarse abilità sociali; e il predatore, che cerca controllo e potere sulla vittima.

“Quando una persona trova le parole per nominare il trauma, sta già ricucendo il primo margine dello strappo. Alma, raccontando, ha trasformato la sua esperienza non solo in sopravvivenza, ma in cura per chi legge.”

Ha chiuso la presentazione l’intervento della Dott.ssa Imma Savarese, pediatra e neonatologa, che ha voluto rendere omaggio alle attività di volontariato svolte dall’autrice negli ospedali, a favore dei bambini ricoverati. Un impegno discreto, ma prezioso, che allevia le sofferenze dei piccoli pazienti con la forza della presenza, della parola, del cuore. 

“Un gesto d’amore che parla al femminile, perché spesso sono le donne a farsi carico di questa dolce fatica, e che ha un effetto curativo doppio: lenisce chi soffre e restituisce luce a chi dona”.

Il pubblico ha risposto con lunghi applausi, non solo alla dottoressa, ma alla donna che ha avuto il coraggio di scrivere.

Una testimonianza vera, una voce da ascoltare. Oggi Alma è madre di due figli, scrittrice e testimone. 

Porta il suo libro ovunque si senta il bisogno di parlare, ascoltare e comprendere la violenza. Perché quella violenza non sempre si vede, ma spesso si sente. E se non viene nominata, si nasconde. E se si nasconde, uccide.

Il suo è un messaggio potente: si può sopravvivere. Ma serve rete, ascolto, presenza, spazio, rispetto.

Il lieto fine esiste, anche dopo le botte, anche dopo le fughe, anche dopo la fame. Ma non basta essere forti: bisogna non essere soli.

Un invito concreto. Chi desidera portare questa voce nelle scuole, nei centri antiviolenza, nei comuni, nei festival, può contattare Alma. La sua presenza vale più di mille campagne.

E sì: a fine serata sono stati firmati molti libri. Ma soprattutto, è stato abbracciato un vissuto. L’autrice vi invita a seguirla su Instagram (il_mondo_di_nic) nel suo cammino di testimonianza e parole. Tra il 20 e il 21 giugno sarà a Torino per due nuovi appuntamenti organizzati dalla casa editrice Gondour.

Due incontri importanti, due nuove occasioni per ascoltare, riflettere e continuare insieme questo viaggio fatto di verità, forza e speranza. 

Un’altra storia vera, intensa, necessaria. Un racconto che – come quello di Alma – vuole educare, sensibilizzare, aprire gli occhi su una violenza che è figlia di una società che troppo spesso non sa educare, non sa ascoltare, non sa prevenire.

E proprio su questo dobbiamo concentrare ogni sforzo: educare per prevenire, ma anche agire per combattere, con fermezza, con strumenti adeguati e con la certezza della pena per chi viola, distrugge, uccide.

Cadenze Letterarie continua. E non si ferma. Perché la parola, se ben scelta, può salvare. Il prossimo appuntamento con Cadenze Letterarie è fissato per il 19 giugno alle 19.30, con la presentazione del libro “Aveva gli occhi belli” di Valentina Iannoco, pubblicato da Armando Editore. Non perdetelo.

Il messaggio finale. Mai più violenza. Impariamo a rispettare un no. Impariamo ad ascoltare chi sopravvive. E diamogli voce, prima che il tempo manchi. 

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Dino Tropea

www.dinotropea.it

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