Ancora un blitz dei carabinieri, questa volta a Roma e 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di indagati per per associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori e altri reati. Oltre agli arresti, altre 21 persone sono indagate per i medesimi reati.
Le indagini riconducono di nuovo alla struttura mafiosa, facente capo a Massimo Carminati , già arrestato nell'ambito dell'operazione "Mafia Capitale" il terrorista nero , che fungeva da tramite tra la criminalità ed esponenti politici, funzionari amministrativi e imprenditori . La struttura aveva creati un cartello di imprese per per la gestione dei centri accoglienza dei migranti e ottenere gli abbondanti finanziamenti pubblici stanziati per questi ultimi.
Tra gli arrestati Luca Gramazio tra le 44 persone, che nel suo ruolo dapprima di capogruppo Pdl al Consiglio di Roma Capitale ed in seguito quale capogruppo Pdl (poi Fi) al Consiglio Regionale del Lazio, forniva il raccordo necessario tra criminalità e politica.
I provvedimenti sono quindi un proseguo delle indagini dell’operazione “Mafia Capitale” avviate nel 2012 dal Ros, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma, e che hanno portato lo scorso inverno all’arresto di Massimo Carminati e altri 37 indagati per estorsione, usura, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed altri reati, con l'aggravante delle modalità mafiose e l'associazione armata.
L’inchiesta ha adesso acquisito ulteriori elementi che fanno luce sul metodo mafioso instaurato per rendere più forte il sodalizio tra i tre settori: criminalità, politica e imprenditoria. Spunta di nuovo il nome Salvatore Buzzi, il creatore di una rete di cooperative sociali che per mezzo di loschi contatti e corruzione si sono assicurate numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate.