Il libro di Gulia e Luigi Cataldi Madonna "il vino è rosa" concede la possibilità di immergersi in un viaggio di storia, filosofia, letteratura, enologia del vino "rosa".
L'arte di fare vino ha vissuto un lungo periodo di incertezza relativamente al colore con una situazione fluttuante nel corso della storia.
Il vino rosa è stato al centro di questo universo fin dalle sue origini con la capacità di esercitarne una lunghissima supremazia.
Giulia e Luigi Cataldi Madonna riescono ad esprimere con chiarezza la natura del vino rosa attraverso la bipolarità capace di accompagnare il lettore durante la lettura del libro diventandone il fil rouge.
Un concetto capace di declinare in modo semplice la vinificazione con e senza bucce, l'eventuale sosta con esse riuscendo a solleticare l'interrogativo di cosa davvero abbiamo nel bicchiere.
Un "vino rosa" maltrattato, relegato in una concezione di femminilità incapace di conquistare le tavole imperanti dell'"uomo consumatore".
Il libro riesce a spazzare via ogni stereotipo legato ad un vino di seconda fascia, rintracciando cause lontane e vicine del percorso che ha visto il rosa oscillare come un pendolo tra il bianco ed il rosso senza trovare una classificazione di facile interpretazione.
Fa da contraltare un contesto commerciale che non aiuta. La Francia è la maggiore produttrice mondiale di vino rosa vantando il 35% della produzione; l'Italia non riesce a reggere il confronto con i cugini transalpini e raggiunge un misero 9%.
Un dato inconfutabile da cui ripartire, esiste un passato nobile del vivo rosa ed un futuro "roseo" tutto da scrivere. L'Abruzzo attraverso la forza verticale del monovitigno montepulciano può dare vita ad una nuova stagione di rosa nella ricerca di identità, freschezza e acidità.
Questo libro regala una bipolarità al quadrato.
A quella del vino rosa si aggiunge quella di Giulia Cataldi Madonna e della sua azienda. Alla piena padronanza degli argomenti, presentati in modo scorrevole e didattico, si aggiunge una straordinaria passione che trasuda dalla storia della sua famiglia e del suo impegno quotidiano nella cantina di Ofena.
Il vino è rosa con quella “è” capace di rappresentare tutta la forza esplosiva di un vino scelto.
Un cerasuolo pensato in vigna e nato in cantina, pronto a farsi conoscere al mondo senza comfort zone e classificazioni prestabilite.
Terra, mentalità, obiettivi del produttore unite ad una visione capace di immaginare una possibile rivoluzione rosa nel mondo del vino con la capacità di far incontrare la natura bipolare e versatile dei rosati con gli stili di vita sempre meno lineari e scattanti dei consumatori.
Ed allora non resta che augurarvi buona lettura e buon vino “rosa”.