Sono stati arrestati, ieri sera, quattro uomini colpevoli della morte di Pietro Sarchie, pescivendolo trovato senza vita, lo scorso luglio, nelle campagne di San Severino, nelle Marche. I provvedimenti di custodia cautelare, predisposti dal giudice delle indagini preliminari, sono stati notificati dai Carabinieri della Compagnia di Catania e da quelli di Macerata.
Pietro Sarchie era un commerciante di San Benedetto del Tronto, venditore ambulante di pesci, sposato con Ave Palestini e con una figlia di nome Jennifer. È stato ucciso la scorsa estate a San Severino, poi ritrovato il 5 luglio nella Valle dei grilli, semi-carbonizzato. Il giugno precedente era scomparso durante una consegna di pesci nella zona, da allora non si seppe più nulla di lui sino al ritrovamento del cadavere. Al tempo non furono trovate prove sufficienti che incastrassero gli assassini dell'uomo, questo sino ad ieri, quando concluse le indagini, sono stati arrestati quattro uomini in base alle disposizione del gip ed attuate dai carabinieri. Si chiamano Giuseppe e Salvatore Farina, padre e figlio entrambi in carcere come diretti responsabili dell'omicidio di Pietro Sarchie, avrebbero sparato contro l'uomo e poi gli avrebbero dato fuoco, probabilmente con il movente di conquistare il mercato ittico della zona. I carabinieri di Camerino e Macerata hanno invece notificato un'ordinanza di arresti domiciliari ai complici, Santo Seminara e Domenico Torrisi, rispettivamente di Castelraimondo e di Gagliole.
Qualche giorno fa è stata apposta una targa nella piazza di Sefro in onore del commerciante ittico, in quel punto dove era solito fermarsi ogni mercoledì col suo furgone, per vendere il pesce nel mercatino settimanale.