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Il grido disperato di una madre: “Mio figlio nell'Isis!”

Siria: Un bimbo di Belluno tra le foto di propaganda islamica. Fu rapito dal padre.

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Piange disperata la madre di un bambino che è stato rapito l'anno scorso dal padre in Italia e portato in Siria a combattere a fianco dell'Isis. “Mai sospettato che mio marito potesse essere un fanatico”, sono le parole della donna rilasciate ai giornali. Gli investigatori cercano di capire se si tratti davvero del piccolo Ismail.

È stato un duro colpo per Linda Solano Herrera, cubana residente in provincia di Belluno, che aveva dovuto subire, nel novembre 2013, il rapimento di suo figlio da parte del marito. Le immagini di quelle fotografie dell'Isis sono arrivate ai suoi occhi come pugnalate: il suo bambino, oggi di quattro anni appena, che impugna un piccolo mitra, in mano ad un fondamentalista islamico in guerra.

Un anno fa suo marito Ismar Mesinovic, lo aveva preso con se in Siria. La madre del piccolo aveva accettato credendo che, salutati i parenti in Bosnia, lo avrebbe riportato indietro. Così non è stato. Da allora la donna non aveva più visto e ne avuto notizie certe sul bambino, questo fino al momento in cui ha visto le foto di propaganda islamica radicale che ritraevano suo figlio vestito da integralista. Ne è sicura Linda, “quello è mio figlio!”, e lo ha denunciato ai carabinieri del Ros di Padova, ai quali ha chiesto aiuto. Gli investigatori stanno cercando di indagare sul caso e capire se si tratta dello stesso bambino. “Il padre del piccolo Ismail è morto mentre combatteva tra le file dei soldati dell'Isis in Siria”, dice la donna, rivendicando la creatura che le è stata portata via. “I suoi parenti mi hanno mandato un sms e mi hanno detto che Ismail sta bene”. Non si da pace però la cubana di Belluno, vuole riabbracciare suo figlio strappandolo all'Isis, che sta uccidendo la sua innocenza facendogli impugnare armi da guerra, indottrinando la sua mente ancora plasmabile di idee, simboli, concetti e odi nei confronti del non islamico. In una foto il piccolo Ismail è ritratto mentre è su una moto con un veterano fondamentalista bosniaco, e indossa una fascia nera dell'Isis sulla fronte. Sono immagini che gli uomini civili non possono e non vogliono più vedere, tanto meno una madre addolorata.

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