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Uil, Barbagallo nuovo segretario

Succede a Luigi Angeletti

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Dopo quattordici anni, il 21 novembre 2014 finisce l’era di Luigi Angeletti alla guida della Uil. Il leader sindacale di Greccio, infatti, era diventato segretario generale del sindacato di ispirazione repubblicano-socialdemocratica il 14 giugno 2000, succedendo a Pietro Larizza. Ora è lui a cedere il timone: in via Lucullo a occupare la sua poltrona andrà Carmelo Barbagallo.
Sessantassette anni (quindi due anni più grande del suo predecessore), Carmelo Barbagallo viene dalla Sicilia, più precisamente da Termini Imerese. Ha iniziato la sua attività di sindacalista lavorando nello stabilimento Fiat della sua città. L’impiego da metalmeccanico, così determinante per le sue scelte di vita, è però soltanto la punta di un iceberg di esperienze lavorative iniziate in tenerissima età: a soli otto anni, infatti, Barbagallo, come si suol dire, già “faticava”. Per sé e per la famiglia. E dopo cinque anni di lavoro minorile e un anno di lavoro in nero più l’apprendistato, a quattordici anni, l’età in cui i ragazzi che possono permettersi tutt’altra vita rivolgono i loro pensieri a come eludere i compiti o conquistare una ragazza, Barbagallo trovava il suo primo contratto regolare, in una concessionaria di automobili. L’ultimo approdo? Neanche per sogno: abbandonati i motori da vetrina, continuò a sperimentare mille altri mestieri, dal garzone di barbiere a quello di pastificio, dal dipendente di una cooperativa ittica all’addetto allo smistamento postale. Fino alla tuta blu e alla chiave inglese, e all’incontro fatale con le sigle paladine degli operai: Barbagallo si accostò subito alla Uil, e nelle sue file si mise presto in evidenza, diventando un punto di riferimento a livello regionale e quindi un dirigente proiettato nella dimensione nazionale. Ma sempre con un percorso lineare, senza scossoni, com’è nel suo stile: solo le minacce di morte ricevute nel ’98 da mafiosi, che qualche tempo prima avevano ucciso il suo collega e amico Domenico Geraci, se messe in atto, avrebbero potuto troncare la sua ascesa irresistibile, e non certo immeritata. Così non fu: e dunque, da delegato Barbagallo divenne segretario generale Uil per la Sicilia, poi membro della segreteria nazionale, quindi segretario generale aggiunto. Dopo la partenza dalla Sicilia, quattordici anni fedelmente all’ombra di Angeletti, di cui ora, meritatamente, raccoglie il testimone. Talmente all’ombra che, come Barbagallo stesso ha raccontato, il premier Renzi, rivolgendosi a lui durante un incontro recente con i vertici Uil, se n’è uscito con un “Lei chi è?”, certo meno malizioso e più sincero del “Fassina chi?” indirizzato al suo collega di partito. Pronta la risposta dell’interlocutore: Non si preoccupi, imparerà a conoscermi.

“Non sono io ad essere vecchio, è che ho iniziato troppo presto a lavorare”. Se è vero che un autentico leader dei lavoratori deve avere un’esperienza vasta e variegata del mondo del lavoro, allora, a giudicare dalla storia personale di Barbagallo, sembra che Angeletti abbia fatto la scelta più giusta nell’indicarlo come successore.  
 

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