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Giovani e musei una didattica di qualità

Rieducare le famiglie alla scoperta dei beni culturali

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I musei dedicano alcune delle loro attività anche ai ragazzi in età scolare. Si tratta delle cosiddette attività didattiche. Troppo spesso si sottovaluta tutto ciò che riguarda il rapporto tra i giovani e il museo. Abbiamo intervistato il dottor Ruben Fais, storico dell’arte, autore di pubblicazioni sulla didattica museale. Egli sostiene che “ la mediazione museale necessita di una collaborazione tra sapere scientifico di settore e la pedagogia sperimentale”. A parere del dottor Fais se ciò non accade, non si crea una didattica di qualità, in quanto la semplice visita guidata o un’attività ludica d’intrattenimento fine a se stessa non è una concreta attività didattica, perché non ha una vera ricaduta cognitiva. “ Per essere ritenuta didattica in un’attività, non basta esporre i contenuti, ma vanno mediati attraverso delle metodologie e strategie adeguate”. Ne consegue che “ il rapporto tra scuola e museo dovrebbe essere un connubio simbiotico d’eccellenza integrato nei programmi ministeriali e non dipendente dalle singole scuole o dalle scelte estemporanee dei docenti “ questo sostiene l’esperto, che precisa inoltre “la visita al museo è considerata da alunni e insegnanti come un piacevole diversivo alle attività svolte in classe” e con rammarico fa notare che manca ancora la concezione del museo come luogo di apprendimento.  La didattica museale è altresì concepita per le famiglie, dando la possibilità di offrire ai propri figli un’alternativa di qualità per passare il tempo libero.  L’esperienza con l’operatore didattico secondo l’esperto “ permette di sviluppare un rapporto affettivo e creare delle connessioni individuali tra il pubblico e l’opera d’arte”.  Dottor Fais dice “ se quanto detto sopra accade nella nostra esperienza, si rende evidente nel momento in cui, i bambini ritornano con palpabile entusiasmo accompagnati dai familiari, per illustrare essi stessi ciò che hanno visto e condividere con nuovi amici ciò che hanno provato”. La condivisione di un’emozione consolida i legami affettivi e favorisce la disposizione verso l’apprendimento.  Il problema che si pone a parere del dottor Fais è che la didattica museale non è istituzionalizzata da un insegnamento universitario ma è spesso gestita da operatori museali, che pur volenterosi, non conoscono le metodologie adeguate e prosegue dicendo “ la didattica museale resta un importante ambito di trasmissione del sapere, reso ancor più complicato dalla mancanza di fondi”. Ecco perché è utilissimo rieducare le famiglie e non solo, alla conoscenza e alla scoperta dei beni culturali, di cui il nostro paese vanta un primato d’eccellenza.

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