Nella città di Foggia, un grido di determinazione e speranza emerge dalla bocca di Lazzaro D’Auria, un valoroso imprenditore e vicepresidente dell’Associazione Antiracket di Foggia. Questa mattina, D’Auria ha preso parte a un’importante audizione presso la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul fenomeno delle mafie, un’occasione che ha riunito diversi imprenditori impegnati nella lotta contro il crimine organizzato, rappresentanti dell’Associazione Libera e delle associazioni degli agricoltori.
D’Auria è un uomo coraggioso che ha subito numerose intimidazioni nel corso degli anni a seguito delle sue denunce contro gli estorsori. Oggi, vive sotto scorta, ma il suo impegno nella lotta contro la criminalità foggiana rimane incrollabile. La sua dichiarazione iniziale è un chiaro richiamo all’importanza di allontanarsi dal pagamento del pizzo, sottolineando che chi lo paga spesso lo fa per ottenere vantaggi personali o per evitare ritorsioni. Inoltre, D’Auria suggerisce di ripristinare la responsabilità di favoreggiatore della mafia per coloro che pagano il pizzo e di semplificare la vita dei testimoni di giustizia, affrontando così due importanti aspetti nella lotta contro il racket.
Secondo le stime di D’Auria, la mafia foggiana riesce a estorcere circa venti milioni di euro all’anno agli agricoltori della Capitanata. Tuttavia, i controlli rigorosi sul territorio sono spesso impossibili da effettuare, in parte a causa delle pessime condizioni delle strade rurali che rendono inaccessibili per le forze dell’ordine. Questa sfida logistica rappresenta una delle tante difficoltà che le autorità devono affrontare nel contrasto alla criminalità locale.
La Commissione Parlamentare ha anche ascoltato il toccante intervento di Vittoria Vescera, un’imprenditrice turistica di Vieste e vicepresidente nazionale della Federazione Antiracket Italiana (FAI). Vescera ha sottolineato l’importanza di un’attività investigativa più intensa sul territorio e ha affermato che, come imprenditrice, cerca costantemente di promuovere la trasparenza. Ha altresì evidenziato la necessità di un maggiore presidio delle forze di polizia nella città di Vieste, auspicando la creazione di un commissariato di polizia.
Successivamente, Angelo Miano, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori nella provincia di Foggia, ha preso la parola. Miano ha sottolineato come il territorio foggiano sia soggetto a furti di attrezzature agricole e alla mancanza di presenza delle forze dell’ordine. Ha perfino avanzato l’ipotesi di una connivenza tra bande criminali e navi utilizzate per il trasporto di mezzi agricoli rubati agli agricoltori locali, sottolineando l’urgente necessità di controlli più severi e di un maggiore dispiegamento delle forze di polizia.
Miano ha riferito che molti furti riguardano i vigneti, sottolineando l’enorme sforzo degli agricoltori nel coltivare l’uva per un anno intero, solo per vederla saccheggiata con danni considerevoli. Ha evidenziato l’utilizzo della videosorveglianza e delle misure di sicurezza, ma ha lamentato l’adattabilità dei criminali. Nonostante non abbia registrato casi di estorsione da parte degli agricoltori, ha sottolineato l’importanza di potenziare i sistemi di videosorveglianza, condividendo l’opinione dell’assessore regionale pugliese Donato Pentassuglia.
Mario de Matteo, presidente di Coldiretti Puglia, ha aggiunto che la criminalità minore è diventata un’entrata principale nella vita imprenditoriale degli agricoltori di Foggia. Ha poi denunciato i fenomeni criminali che danneggiano in modo drammatico l’industria agricola della Capitanata. Coldiretti ha identificato una varietà di furti nella provincia di Foggia, dai prodotti coltivati nelle campagne alle attrezzature agricole, agli animali, fino ai raccolti già pronti per la distribuzione, sottolineando l’ampia diffusione di richieste di riscatto per i mezzi agricoli rubati.
De Matteo ha anche evidenziato che la criminalità ha preso di mira le reti di distribuzione irrigua del Consorzio per la Bonifica della Capitanata, oltre a causare danni economici ed ambientali incalcolabili attraverso lo sversamento illegale di rifiuti nei campi agricoli.
I Comuni maggiormente colpiti dal fenomeno criminale includono Cerignola, Lucera, Orta Nova, Torremaggiore, San Severo, San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e Poggio Imperiale. Tuttavia, il problema si estende a tutto il territorio provinciale, con un aumento di estorsioni e aggressioni anche a Manfredonia.
La dispersione scolastica rappresenta un ulteriore elemento che contribuisce all’incremento della criminalità locale. Federica Bianchi, responsabile di Libera Foggia, ha sottolineato il tasso elevato di dispersione scolastica nella provincia e ha evidenziato il ruolo cruciale delle associazioni di volontari nella riempire i vuoti lasciati per anni dalle istituzioni e dalla politica. Tuttavia, ha enfatizzato che non possono farlo da sole e che è essenziale promuovere politiche sociali orientate al lavoro.
Bianchi ha ribadito che la lotta contro la mafia non può basarsi esclusivamente sull’apparato repressivo, ma richiede servizi, assistenti sociali (che sono drasticamente sottodimensionati a Foggia) e luoghi di aggregazione per i giovani. La mancanza di opportunità di lavoro, cultura e supporto alle famiglie è un problema critico che apre la strada all’infiltrazione delle mafie in questi vuoti. In conclusione, ha sottolineato che la comunità ha bisogno di un approccio olistico che affronti la complessità del problema.

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