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'La prostituta va pagata: se il cliente si rifiuta, lei può fare causa'

La decisione del Tribunale di Roma

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Si era rifiutato di darle i cento euro concordati per il rapporto sessuale, già consumato. Ma la ragazza non si è arresa. "So chi sei e dove abiti, portami i soldi o avrai problemi", uno degli sms minatori che aveva scritto al suo cliente. Lo aveva martellato di messaggi aiutata da un amico.

E alla fine lei e il suo complice, pur condannati a quattro mesi per violenza privata, hanno avuto ragione.

Il Tribunale di Roma ha stabilito che la prostituta deve essere pagata per la prestazione. Non solo. Ha anche il diritto di trascinare davanti al giudice civile il cliente che non ha pagato. Messe così le cose, quello della donna è un giusto profitto.

Decade pertanto per lei e il suo amico l'accusa di estorsione, che inizialmente li aveva portati alla sbarra, poi sostituita con quella di violenza privata. La corte è stata chiamata a decidere sul caso di una giovane nigeriana che nel luglio del 2013 aveva inviato una serie di sms a un cliente italiano fuggiasco.

La sentenza, come si legge nelle motivazioni, intende tutelare dallo sfruttamento ripristinando una situazione di parità tra prostituta e cliente.

di Lucia Maffei (Radio 24)

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