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"La religione laicista" impone l'agenda gender: terzo genere e nome sociale per deputati e dipendenti del Parlamento Europeo

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Per il Parlamento Europeo la recessione economica che sta investendo molti Paesi dell’U.E., la guerra in Ucraina, le sfide etiche e sociali create dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale sono problemi secondari.

La priorità per il Parlamento Europeo è rappresentata dall’adozione delle linee guida multilingue sulla neutralità di genere nel linguaggio. Non se ne sentiva sicuramente il bisogno. 

Da tempo, le menti eccelse di Bruxelles cercano di imporre l’ideologia gender, ponendo la questione al centro dell’agenda politica, accompagnata da quella ecologista e vaccinale. Adesso, l’iniziativa del Bureau of Report on Diversity (l'Ufficio di relazione sulla diversità) di Bruxelles è senza dubbio un altro attacco alle identità sessuali, all’essere donna o uomo, alla razionalità: è quello che si è concretizzato al Parlamento Europeo. La nuova misura adottata dal Bureau of Report on Diversity permetterà a deputati e dipendenti del Parlamento Europeo di ricorrere a un appellativo neutro – Mx o M* al posto di Mr e Ms (in inglese) o M e Mmein (in francese) – in tutte le comunicazioni ufficiali e nei documenti amministrativi. Addirittura, è prevista la possibilità di adottare un nome “sociale” al posto di quello legale tanto sul proprio badge che nelle proprie mail, senza dover presentare documenti ufficiali.  

È una follia tutto questo attivismo delle istituzioni europee in merito ai temi afferenti alla sfera LGBTQ+. In un’Europa che a parole si dice pluralista, ma poi nei fatti si contraddice, varando legislazioni che impongono “nuovi diritti”, e contestando ai cristiani anche la possibilità di non adeguarsi.

“La religione laicista” che pervade le Istituzioni europee, avanza in modo frenetico e fanatico, imponendosi come una dittatura. Il metodo è sempre il medesimo: come con la pandemia da Covid, se qualcuno tenta di presentare critiche in merito alle scelte politiche compiute, viene additato, prima come negazionista, ora come omofobo. Il ‘genere’ in sostituzione del ‘sesso’ diviene quindi il luogo in cui tutto ciò che è dedicato alle donne può essere occupato dagli uomini che si identificano in ‘donne’ o che dicono di percepirsi ‘donne’, così perdendo ogni tipo di identità sessuale.  “Tutti i Paesi dell’Europa sono permeati dalla civiltà cristiana. Essa è l’anima dell’Europa che occorre ridarle”. Lo disse il 19 marzo 1958, di fronte al Parlamento Europeo, uno dei padri fondatori dell’Europa, il politico francese Robert Schuman

Schuman, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi erano tre credenti cristiani cattolici. Ed erano, come si dice con un’espressione tanto ambigua quanto abusata, tre “laici”. Nessuno di essi si è mai sognato di imporre il cristianesimo come confessione “di Stato” europea. Ma nessuno di essi avrebbe potuto immaginare che l’Europa potesse farne a meno.

Questo laicismo a me sembra antistorico e anche pericoloso. L'Europa in particolare ne è vittima. Credo che nascondere la nostra tradizione cristiana sia, oltre che un omaggio al laicismo, anche un passo falso. Di fronte un laicismo integralista, è davvero desolante osservare come gli esponenti di centro che si definiscono moderati e si riconoscono nel PPE, e dovrebbero portare avanti le istanze identitarie cristiane, sono i primi ad avallare politiche laiciste scellerate. Un applauso dunque a quelle poche voci come l’europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri sempre pronta a contrastare la deriva laicista delle Istituzioni europee che minaccia la nostra identità. Anche in questa occasione, l’on. Tovaglieri è intervenuta, commentando negativamente la misura adottata dal Bureau of Report on Diversity, mettendo in evidenza “il cortocircuito interno alla sinistra che da una parte sostiene le quote rosa, mentre dall’altra parteggia per chi invoca la cancellazione dei generi, vanificando le lunghe e faticose lotte per la parità tra uomini e donne sui luoghi di lavoro”.

 

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