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«Pandemia: le archiviazioni non cancellino gli errori, grazie alle parole del Procuratore di Bergamo Chiappani»

L’associazione dei familiari delle vittime del covid19 – Sereni e sempre uniti ringrazia il procuratore Bergamo Chiappani per le dichiarazioni in un’intervista a Il Giornale

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La pandemia da covid19, dichiarata conclusa nei mesi scorsi dall’Oms e ormai tema lontano dal dibattito pubblico, in realtà non è ancora solo un capitolo delle nostre vite da consegnare ai libri di Storia. In questi ultimi mesi si sono succedute diverse archiviazioni che hanno coinvolto il governo del 2020 e i vertici della Regione Lombardia. Le indagini sono state portate avanti dalla procura di Bergamo e dal procuratore Antonio Chiappani dopo vari esposti presentati dall’associazione dei familiari delle vittime del covid19 – Sereni e Sempre Uniti. 

In un’intervista di Felice Manti, pubblicata oggi su Il Giornale, il procuratore Chiappani è tornato sull’inchiesta e sulla gestione della pandemia in quei primi mesi del 2020. «Reati no ma errori si. La Commissione Covid usi la nostra indagine» e «da riscrivere il reato di epidemia colposa» si legge nel titolo e nel sottotitolo dell’articolo firmato da Manti. 

«Chi dice che la colpa è del buon Dio non vuole ammettere che l'Italia non era preparata ma avrebbe dovuto esserla. Per legge. Come se i disastri ambientali o sanitari non possano essere oggetto di investigazione. È populismo giudiziario cercare di ricostruire, ai fini di individuare eventuali responsabilità? È tra i compiti di una Procura o, come mi è stato contestato, non si doveva fare? Qui ribadisco che il materiale raccolto, come ho sempre sostenuto, non serviva solo a dare delle risposte giudiziarie, ma anche scientifiche, epidemiologiche, politiche. Gli italiani ed i bergamaschi in particolare avevano ed hanno il diritto di sapere come è stato affrontato l'annunciato pericolo della diffusione di una pandemia e sapere degli eventuali errori».

«La gente di Bergamo non avrebbe dovuto sapere perché il 5 marzo era stato inviato l'esercito in Valseriana e tre giorni è stato smobilitato... (sul ritiro dei militari c'è il segreto di Stato, ndr) Ma si sa che Speranza aveva firmato per la chiusura e Conte non ha voluto. Mi chiedo, la gente di Bergamo non doveva sapere perché la medicina territoriale era allo sbando, i medici di base non intervenivano più, gli infermieri a Bergamo non sapevano neanche come indossare le tute e la gente moriva nelle ambulanze? La gente di Bergamo non doveva forse sapere come e chi aveva deciso di non fare i tamponi agli asintomatici, quando già si sapeva che in Cina erano ritenuti grandemente coinvolti nella esponenziale diffusione del contagio? La gente di Bergamo non deve sapere perché non era stato aggiornato il piano pandemico del 2006 nonostante il successivo virus H1-N1? E che soprattutto il piano pandemico non era stato comunque attuato? Non si doveva sapere che una normativa del Parlamento Ue del 2013 imponeva le scorte di retrovirali, tute e mascherine e come organizzarsi per affrontare il rischio di una possibile pandemia?» 

Questi sono due passaggi delle risposte di Chiappani all’intervista su cui è intervenuto il direttivo dell’associazione dei familiari che ha sottolineato la gratitudine nei confronti del procuratore capo di Bergamo. 

«Da sempre la nostra Associazione #Sereniesempreuniti è vicina alla Procura di Bergamo che per tre anni ha condotto un'indagine storica grazie a professionisti competenti con il fine unico di restituire verità e giustizia. Ora le archiviazioni dei diversi Tribunali non devono cancellare gli errori palesi nella gestione della pandemia e non devono far dimenticare le migliaia di morti, i nostri cari, come ha ricordato Chiappani: “È come se i morti non esistessero più. Quando vedo la foto delle bare sui camion, penso al fatto che i morti di Bergamo al Tribunale dei ministri non hanno avuto voce. Il mio non è una censura giuridica, né procedurale, ripeto, ma nessuno ha pensato a loro. Nessuno lo ha fatto notare, neanche le Camere Penali, così sensibili a questi argomenti”.

Chiappani riporta anche l’attenzione alla Commissione parlamentare d’inchiesta, strumento previsto dalla Costituzione e da noi sempre rivendicato come necessario nel ricostruire l’impreparazione dell’Italia di fronte alla pandemia di Covid19.

Auspichiamo dunque che la nuova Commissione indaghi tutte le responsabilità, al di là delle gravi dichiarazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha di fatto delegittimato uno strumento previsto dalla legge. 

Come familiari infine non ci siamo fermati con l'accettazione delle archiviazioni e continuiamo a lottare in sede civile in attesa di sapere se gli indagati per la mancata attuazione del piano pandemico nazionale e del piano pandemico regionale saranno rinviati a giudizio dalla procura di Bergamo».

 

 

 

 

 

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