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Nomine Rai, Pd: “nessun pluralismo né donne, pessimi segnali”

Ruotolo e Graziano: "Senza presentare il piano editoriale e il piano industriale hanno cambiato i vertici dell'informazione”

redazione
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"Nella Rai del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non c'è posto per le donne e non c'è posto per il pluralismo. La lenzuolata di nomine appena varata dal consiglio d’amministrazione della Rai, con astensioni e voti contrari, è un pessimo segnale per il servizio pubblico. Un monocolore dove vince il punto di vista della maggioranza di governo". Lo dicono Sandro Ruotolo, responsabile nazionale Informazione, cultura e culture, memoria del Pd, e Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione parlamentare di Vigilanza Rai.

"Senza presentare il piano editoriale e il piano industriale hanno cambiato i vertici dell’informazione e dei generi televisivi a un anno dalla scadenza naturale del consiglio d’amministrazione - proseguono -. Come Partito Democratico vigileremo perché vengano garantiti i punti di vista diversi e siano bandite le liste di proscrizione. Come Partito Democratico ci impegneremo, dopo aver ascoltato anche la società civile, a presentare in Parlamento la riforma della governance Rai”. 

"L’arrivo della destra al governo ha prodotto lo smantellamento di Rai 3. Questo è il frutto di una modalità di gestione del potere che vive con l’ossessione di occupare ogni spazio disponibile e che non si pone il problema del futuro del servizio pubblico televisivo. La Rai, dopo gli addii di due professionisti del calibro di Fabio Fazio e Lucia Annunziata, è un prodotto culturale ancora più debole e politicamente più allineato", ha poi aggiunto Graziano.

(fonte Adn Kronos)            

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