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3+3: tre quesiti, tre risposte - Spunti per cammini di consapevolezza

Nona tappa della rubrica a cura della giornalista Francesca Ghezzani e del dott. Davide Pagnoncelli

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Intervista del Dott. Davide Pagnoncelli a Benedetta Mazzilli, insegnante di una Scuola Primaria, con l’aggiunta di produzioni molto interessanti di alcuni bambini

Cari lettori e care lettrici ecco un’altra tappa di questa nuova rubrica che nasce con l’obiettivo di stimolare periodicamente con spunti e/o con esperienze di vita intense, vitali e vivide. L’intento è di aiutarci e aiutare ad agire e a reagire contro l’inedia, la passività, il qualunquismo; a maggior ragione nell’attuale situazione molto critica per vari motivi.    Questa rubrica pone tematiche ad ampio raggio, sollecitando talora anche interrogativi posti sia a persone note che a persone meno note, perché non è la notorietà l’unico criterio per dialogare, argomentare ed essere maestri di vita per gli altri. E non interessa neppure che tipo di caratteristiche ha chi può offrirci dei contributi: importante metta a disposizione la propria esperienza su quanto gli viene chiesto.

Sempre con estrema libertà e apertura mentale, cercando di imparare… sempre!

Nella prima tappa del 9.7.2021 il dott. Davide Pagnoncelli e la dott.ssa Alessandra Tucci hanno intervistato Vittorio Sgarbi in relazione alla bellezza dell’arte; nella seconda tappa del 15.11.2021 Silvana Gambone ha raccontato la sua esperienza drammatica e dolorosa, ricca però di risvolti proficui e molto costruttivi; la terza tappa del 3.1.2022 ha trattato la tematica dei “regali di tempo”. Nella quarta tappa del 1.3.2022 Francesca Ghezzani ha posto tre domande al dott. Davide Pagnoncelli su come ri-animare il futuro. Nella quinta tappa del 28.7.2022 una doppia intervista con l’imprenditrice Stefania Sabatelli ha focalizzato l’attenzione sulla forza della memoria dei nostri cari defunti e del senso della morte connessa alla vita. Nella sesta tappa del 9.11.2022 l’intervista con il prof. Giovanni Quartini ha puntualizzato aspetti innovativi della scuola che dirige. Nella settima tappa del 27.12.2022 un’intensa intervista ai coniugi Gloria e Giuseppe ha raccolto alcune considerazioni e i loro vissuti in relazione al tragico evento della morte improvvisa del figlio Gabriele di 17 anni. Nell’ottava tappa del 26.1.2023 una lettrice della rubrica, Lina, poneva domande a seguito della drammatica esperienza vissuta dai coniugi Gloria e Giuseppe e riportata nella tappa precedente.

1. A seguito di quale progetto sono emerse le interessanti produzioni dei tuoi alunni? 

La mia riflessione sulla validità dell’utilizzo della poesia, sia in ambito educativo che in ambito clinico, è stata possibile grazie alla Poetry Therapy (in Italia c’è una meravigliosa realtà rappresentata dall’associazione Mille Gru con la scuola PoesiaPresente); in tal modo sono diventata più consapevole, oltre che appassionata, della scrittura poetica e delle sue formidabili potenzialità.

Il progetto ha coinvolto le classi terze e due moduli di quarta della Primaria del 2° C.D. “Nicola Fornelli” di Corato (BA) ed è nato dalla necessità di avvicinare i più piccoli alla poesia, attraverso un processo di ascolto, di lettura e di scrittura finalizzato alla conoscenza di se stessi e al benessere sia del singolo che del gruppo.

Ogni incontro è stato caratterizzato dalla lettura di più albi illustrati e da varie attività e stimoli di scrittura creativa: la scrittura automatica con fase estrattiva, la scrittura con la tecnica del ricalco, il Petit-onze (il piccolo undici) che è una modalità particolare di composizione breve, la tecnica letteraria stilistica del cut-up, la tecnica del ricalco e la tecnica base del Metodo Caviardage®.        

2. A mio parere le realizzazioni degli alunni di queste classi denotano profonda sensibilità e intelligenza emotiva, qual è stata la tua risonanza: cosa ti ha stimolato a progettare ulteriormente? 

In fase progettuale ho delineato gli argomenti che avrei affrontato: il mondo dentro di me; i miei colori e le mie parole; cos'è la poesia; i sogni dei bambini; l’imperfezione è bellezza; la poesia come espressione autentica del me più vero; la metafora;io sono poesia.

Ogni incontro è stato caratterizzato dalla presentazione di una tecnica grafico-pittorica (per creare sfondi ai loro testi) e dalla costruzione di semplici libricini con un foglio di carta (leporello, fanzine).

Per esempio, nel momento in cui ho detto loro, a proposito dei sogni dei bambini, di utilizzare la scrittura automatica (una scrittura di getto, di pancia), grande è stato il mio stupore nel vedere quanto avessero scritto, sia per il loro interesse nel tema proposto, sia perché, in quella prima fase, sapevano che non ci sarebbe stata nessuna valutazione, nessun giudizio da parte mia o delle altre insegnanti e nessuna condivisione con altri. 

Ho ripetuto più volte che nella poesia “col meno si ottiene di più” ed è stato meraviglioso vederli, durante le attività, alla ricerca della parola speciale, di quella illuminata e illuminante oppure del paragone incisivo o della metafora che percepivano dentro. Utilizzando i cinque sensi i bambini hanno creato similitudini e metafore incredibili.

L’entusiasmo dei miei alunni e le loro spontanee riflessioni pregne di bellezza e di poesia mi hanno stimolato a continuare ad approfondire il progetto iniziale e ad aggiungere ulteriori attività.

3. Secondo la tua esperienza scolastica la scuola educa in modo soddisfacente l'intelligenza emotiva utilizzando al meglio le competenze umane e artistiche?

A scuola è fondamentale il ruolo che i processi emotivi e affettivi giocano nella esperienza scolastica, nel comportamento e nell’apprendimento. I bambini che imparano a gestire le proprie emozioni e a controllare i propri istinti, tollerano meglio le situazioni stressanti, imparano a comunicare le proprie emozioni, migliorano l’autostima e sviluppano positive relazioni. E, ancora una volta, è il processo di insegnamento-apprendimento a beneficiarne.

Purtroppo la scuola è spesso centrata soprattutto su un sistema valutativo e performativo, punta esclusivamente al risultato e al “prodotto” e dà poca importanza al processo di apprendimento e all’evoluzione positiva della individualità degli alunni e del gruppo.

La pandemia e le conseguenti restrizioni hanno messo a dura prova la stabilità emotiva e affettiva di tutti noi, in particolare dei più fragili; tra questi i bambini e gli adolescenti. 

Forse dimentichiamo che l’apprendimento vero, quello che si porta dentro di sé per tutta la vita, è legato al “come mi sono sentita/o mentre accadeva”, “a quello che ho provato durante quell’esperienza”.

Le artiterapie -e tra queste in particolare la poesia- insegnano l’importanza dello stato emozionale durante l’attività espressiva. Anche durante la dad, o la did (quando eravamo in doppia modalità), i bambini hanno dipinto e creato, talora con un sottofondo musicale adeguato: vederli motivati e sereni, dietro quegli schermi, mi ha impresso dei ricordi che porterò sempre con me.

Inoltre, per esempio, cominciare la giornata con un esercizio di respirazione o con “il giro degli abbracci”, con la lettura di una poesia, di un albo o di un brano di un libro, dà la spinta al “buon inizio”; utilizzare le mani e il corpo per esprimere uno stato d’animo, rende la giornata scolastica piacevole ed emotivamente coinvolgente. 

Educazione emotiva e creatività sono due fondamenta su cui costruire una scuola ben radicata nel presente e con la visione di un futuro più umano.

* Ed ecco alcuni estratti dalle produzioni sull’intelligenza emotiva e su quella che noi, da adulti, chiameremmo coerenza cardiaca: sono scritti dei bambini che lasciano piacevolmente stupìti.

“Il mio cuore è colore quando ravviva il nero, se non ci riesce c’è il cuore di gomma che cancella il nero”; “Il mio cuore è diario che nasconde i suoi segreti”; “Il mio cuore è ombrello che mi protegge dall’oscurità”; “Il mio cuore è aria, non ha problemi e può andare dove vuole”; “Il mio cuore è vetro perché ci puoi vedere all’interno che emozioni ha”; “Il mio cuore è una farfalla perché vola in un mondo colorato”; “Il mio cuore è luna perché illumina il buio che ti spegne”; “Il mio cuore è vita eterna che non si spegne mai”; “Il mio cuore è abbellito con palline di Natale”; “Il mio cuore è un albero che fiorisce ogni girono di più”; “Il mio cuore è coccinella che si apre quando cerca una scorciatoia per volare via”; “Il mio cuore è una nuvola ma solo quando sono serena”; “Il mio cuore è una barriera quando non vuole parlare con nessuno”; “Il mio cuore certe volte si scioglie quando è timido e inizia a battere forte”; “Il mio cuore certe volte è una finestra frantumata e spezzata quando ti tradiscono”; “Il mio cuore certe volte è pozzanghera quando dico qualche bugia”; “Il mio cuore è nebbia quando ti senti solo.

E ancora: “I sogni dei bambini sono zucchero filato”; “I sogni sono Profumo di mamma; “I sogni sono “cavalli che galoppano liberi”.

Che dire: c’è poco da commentare e molto da far risuonare; come d’altronde dovrebbe essere fatto quando ci si accosta alla poesia. Questi e altri scritti sono stati tutti prodotti in presenza e senza la mediazione di nessuno, possiedono una freschezza, una immediatezza e una spontaneità che possono insegnare molto a tutti gli adulti. 

Tra le tante possibili concludo con tre considerazioni significative: la prima è evangelica (Matteo, cap. 18), “Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”; la seconda è di Pablo Picasso, “A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino”; la terza è del poeta David Maria Turoldo, ”Ogni poesia è il momento metafisico della creatività, il farsi del mondo dentro l’anima, dentro il logos; la poesia è come stringere le cose sul cuore e tu ti senti nel cuore delle cose: tu davanti all’universo, a tutta luce calda”.

Eventuali richieste o segnalazioni di esperienze significative vanno inviate alla seguente mail: allargacervelli@gmail.com

 

Benedetta Mazzilli insegna in una Scuola Primaria di Corato (BA), si è formata in Arteterapia a seguito della frequenza di un master specifico; ha sperimentato e continua a sperimentare, sia in ambito scolastico che artistico, varie metodiche di scrittura creativa, di poesia e di espressività grafico-pittorica.

Davide Pagnoncelli è Psicologo e Psicoterapeuta, formato in Teatroterapia e in Arteterapia. Oltre all’attività clinica, ha un’esperienza ventennale nell’ambito della psicologia scolastica come responsabile di un originale Servizio Psicologico di sistema. Egli si definisce “allargacervelli” (non più “strizzacervelli”) perché il suo cervello e quello altrui preferisce allargarlo, ampliando prospettive. Ha scritto il libro “Figli felici a scuola”, Bruno Editore, Roma 2018¸inoltre ha pubblicato numerosi articoli e ricerche su varie Riviste scientifiche. In particolare è impegnato in progetti pilota per approfondire il rapporto tra le varie forme di arte, in particolare la poesia, con la psicologia e con la psicoanalisi. In tal senso ha ideato nuovi progetti denominati Art Artist Therapy (AATH): un altro modo di gustare e di rivivere la personalità, l’intelligenza emotiva e il percorso creativo dell’artista connesso alle produzioni artistiche. 

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