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Uscito il libro "Rinascerò in Tibet" di Samar Darkpa: la poesia come espressione di un percorso interiore.

Ce ne parla la recensione di Fiori Picco

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Rinascerò in Tibet di Samar Darkpa è la biografia di un monaco poeta tibetano che ripercorre le fasi più significative della sua vita collegandole a cinquanta poesie a tema.

La sua vita, dall’infanzia all’età adulta, è un vortice di emozioni dalle molteplici sfumature: la paura e la solitudine di un bambino che viene rinchiuso in monastero e separato dai suoi cari, la voglia di ribellione e lo spirito nomade di un giovane alla ricerca della libertà, i sensi di colpa e l’inadeguatezza nei confronti di un amore proibito, il dolore, gli stenti e la sopravvivenza nel deserto sconfinato del Gobi, il desiderio di tornare nella polvere rossa e l’accettazione di sé stesso come essere umano, i dubbi e i tormenti per una scelta discussa e contestata. 

La natura è dominante e onnipresente nel suo viaggio spirituale. È una madre amorevole e rassicurante ma, a volte, anche dura, aspra, inospitale. 

Se da un lato prevale l’angoscia di un giovane che fa perdere tracce di sé in un vagabondaggio senza meta, dall’altro avvertiamo la capacità di Darkpa di cogliere bellezza e poesia in ogni singolo dettaglio del Creato: nei petali rugosi dei fiori, nella sabbia delle steppe isolate, e perfino nei vecchi avvoltoi che, alla ricerca di corpi smembrati da divorare, lacerano un cielo stanco. 

Il senso della vita e della morte è un ciclico ripetersi nelle tematiche di questo libro che coinvolge con la sua intensità. 

L’opera è una confessione sincera e spontanea, ed è inoltre un inno al sublime, ai concetti di bene e di male, alla gratitudine e alla fede. 

L’oscurità dell’anima è rischiarata dal percorso buddhista e dalla musicalità dei versi che ci trasportano nei luoghi sacri del Tibet, sulle montagne innevate dell’Himalaya e in cima al Potala, nel punto più vicino al Cielo, dove un’energia cosmica potente procura stordimento.   Le sensazioni visive, sonore e olfattive vibrano di una luce mistica e particolare che emana un forte magnetismo. 

Al centro delle tematiche c’è l’umanità con le sue debolezze e la sua resilienza: come i pellegrini che si prostrano al suolo ripetutamente per chiedere una grazia. 

A Lhasa Darkpa si sentirà accolto e inizierà un rapporto simbiotico con la città che splende come un turchese antico e che ha la dolcezza di un tenero formaggio.  Con la rinata fede e la consapevolezza di essere tornato a vita secolare, individuerà il “dono” a lui concesso: la creatività di un animo poetico che darà i suoi frutti.    

 

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